venerdì 31 luglio 2015

Autosufficienza informatica




Tante volte abbiamo parlato di autosufficienza alimentare, anzi la quasi totalità delle volte l'autosufficienza è intesa esclusivamente come il rendersi autonomi e indipendenti dal punto di vista del sostentamento alimentare. In realtà, l'autosufficienza deve essere intesa in un'ottica più vasta, una filosofia di vita che può essere applicata nei molteplici aspetti del vivere quotidiano. Prendiamo ad esempio questo post: in questo momento sto scrivendo su un vecchio netbook recuperato che non aveva più speranza di essere riutilizzato, il suo scarso equipaggiamento hardware e il sistema operativo di cui era dotato inizialmente, lo avevano reso talmente lento da rendere oggi impossibile il suo utilizzo. Per fortuna la comunità informatica indipendente ci regala prodotti eccezionali, frutto esclusivo della passione e dell'intelligenza di persone che hanno come unico scopo la condivisione della conoscenza. Armato di buoni propositi ho cominciato una ricerca sui diversi sistemi operativi che potevo installare al posto di “finestre”, dopo una lunga immersione nel mare magno internettiano la scelta è ricaduta su una versione “alleggerita” di linux che bene si adattava all'hardware che il piccolo netbook aveva in dotazione. Il sistema operativo si chiama LUBUNTU ed è il fratellino minore di UBUNTU che viene installato sui notebook o sui desktop. LUBUNTU impiega una frazione delle risorse hardware rispetto a UBUNTU e addirittura un decimo rispetto a windows.
Desktop di LUBUNTU

lunedì 27 luglio 2015

Formiche e lombrichi

Un paio di settimane fa, durante il mio routinario controllo settimanale della lombricompostiera, ho avuto una spiacevole sorpresa: una famiglia di formiche, regina, svariati padri e circa 20.000 figli hanno deciso di traslocare in modo massiccio all'interno della lombricompostiera. La cosa all'inizio mi ha lasciato un po' perplesso, perché per la prima volta le formiche attaccavano massicciamente e in modo fulmineo la compostiera. Fino a quel momento non avevo attuato le tipiche soluzioni antiformiche: esche esterne, piedini della compostiera immersi nell'acqua e siamo stati assolutamente tranquilli (io e i lombrichi...). Questa volta una colonia un po' più intraprendente ha deciso di insediarsi all'interno della compostiera. Come dargli torto, clima umido e piacevole, abbondanza di cibo, materiale da scavare soffice ma consistente. Le formiche non vanno tanto d'accordo con i lombrichi perché sono in competizione per il cibo e sono anche dei nemici naturali, quindi è meglio evitare la convivenza di queste due specie, senza contare che se tenete la compostiera in casa o nelle sue vicinanze, non è proprio piacevole ritrovare in giro per casa qualche migliaio di formiche. Escludendo tutti i metodi chimici, ho cominciato a pensare ad una soluzione a questo spiacevole inconveniente. Ho pensato che era necessario verificare le caratteristiche etologiche di entrambe le specie e trovare un punto di contatto che fosse critico per una delle due.
Temperatura e pH non sembravano promettenti e quindi sono passato all'umidità, questo parametro fisico è importantissimo per i lombrichi che devono avere un'umidità sempre superiore al 60-70 %, con umidità ideale intorno all'80%. Anche le formiche amano l'umidità ma fino a un certo punto,  se l'umidità è eccessiva e va a minare la stabilità del complesso reticolo di gallerie che realizzano per instaurare la colonia, le formiche smontano tutto e cercano altre sistemazioni. D'altro canto il lombrico ha una caratteristica che sfiora il limite del superpotere: riesce a sopravvivere per giorni anche se sommerso in acqua! Naturalmente il livello dell'ossigeno disciolto nell'acqua deve essere elevato, ma in condizioni normali riesce comunque a rimanere in vita per un certo periodo di tempo. A questo punto avevo trovato il bandolo della matassa, ho preso un innaffiatoio e ho innaffiato abbondantemente fino a quando la compostiera non si è ritrovata completamente allagata. Dopo un paio d'ore l'acqua era scesa dai fori di drenaggio e il materiale della compostiera era completamente zuppo. Tutte le gallerie delle formiche erano distrutte e le formiche si aggiravano spaesate sulle pareti della compostiera. l'indomani ho controllato la compostiera e con sommo rammarico ho dovuto constatare che le formiche si erano riorganizzate e stavano alacremente ricostruendo i cunicoli all'interno della lettiera dei lombrichi. Ma una flebile speranza si cominciava a fare largo nella mia mente: i lombrichi, pur essendo rimasti per un paio d'ore sott'acqua, erano sani e salvi e guizzavano velocemente nella lettiera fangosa. Allora ho nuovamente allagato la compostiera e in aggiunta ho rimescolato con la mano tutto il materiale. Anche questa volta i lombrichi sono rimasti immersi nel fango e il giorno dopo, aprendo la compostiera, ho ritrovato le formiche intente a scavare nuovamente le loro gallerie, ma questa volta il loro numero sembrava essere diminuito.  Al terzo giorno, ho ripetuto la procedura e al successivo controllo ho ritrovato solo poche formiche intente nella ricostruzione. I lombrichi, invece, sembravano più in forma che mai, si muovevano velocemente nell'impasto fangoso della lettiera e avevano superato agevolmente la terza inondazione. Arrivati al quarto giorno di innaffiatura non c'erano più formiche nella compostiera, avevano saggiamente deciso di trovare un posto meno soggetto a calamità più o meno naturali e hanno lasciato in pace i lombrichi. Sono passate due settimane e le formiche non sono tornate, i lombrichi prosperano e per la soluzione del problema non sono stati usati insetticidi o altri composti chimici industriali. Anche la microfauna, che era stata decimata dalle ripetute sommersioni, si è prontamente riformata (anche grazie all'azione dei lombrichi). Ogni volta che si presenta un problema del genere la cosa più intelligente da fare è trovare l'elemento naturale (un predatore, un composto naturale, condizioni ambientali o di alimentazione) che contrasta l'elemento invadente e ripristina il naturale equilibrio senza lasciarsi trasportare da soluzioni facili ma estremamente dannose come la chimica industriale.

Amsterdam: una città a misura di ape

Il declino inesorabile delle popolazioni di insetti a livello mondiale viene ormai considerato il prodromo di una vera e propria estinzione...