” Voi non avete nessun diritto di distruggere il nostro fiume. Le madri di Xingu non lo permetteranno.”
” Abbiamo deciso che la vostra parola non vale niente. La conversazione è finita. Noi, il mebengôre kayapó abbiamo deciso che non vogliamo un solo centesimo dei vostri soldi sporchi.
Non accettiamo una qualsiasi altra diga sul territorio Xingu. Il nostro fiume non ha un prezzo, non è in vendita, il nostro pesce che mangiamo non ha un prezzo, e la felicità dei nostri nipoti non ha prezzo.
Non potremo mai smettere di combattere.La Xingu è la nostra casa e voi non siete i benvenuti qui.”
Questo è il discorso del capo tribù di Xingu ai rappresentanti delle multinazionali che vogliono acquistare il loro territorio, una fetta incontaminata di foresta amazzonica. Come già successo con i nativi americani, sterminati e rinchiusi nelle riserve fino distruggere completamente la loro identità culturale, adesso gran parte delle restanti tribù del Brasile, Borneo, ecc. subiscono la pressione delle multinazionali, sempre più assetate di denaro e incuranti della devastazione degli ecosistemi che le loro scellerate azioni provocano. Sono incalcolabili i danni procurati all'intera umanità, quello che era un immenso serbatoio di biodiversità viene ridotto ad un mucchio di cenere per piantare palme da olio, per il legname o per aumentare la superficie dei pascoli. Molti degli attuali prodotti farmaceutici provengono dalle foreste brasiliane, del Borneo e di Sumatra, molti antibiotici sono sintetizzati a partire da componenti naturali presenti in queste zone incontaminate.