martedì 26 agosto 2014

7 diversi modi per raccogliere il vermicompost


Quando i nostri amici hanno completato la loro opera di trasformazione è necessario separare i lombrichi dal vermicompost. I modi sono diversi e ne abbiamo raccolti almeno 7 che qui di seguito esponiamo:

  1. Manualmente. E' il metodo che richiede più lavoro in quanto prevede la separazione manuale dei lombrichi dal compost. Separare manualmente i lombrichi comporta molto tempo, quindi, è meglio provare con gli altri metodi.
  2. Metodo dei coni o piramidi. Prendiamo la compostiera e rivoltiamo il contenuto su un telo in plastica o su una superficie liscia (ad es. cemento). Formiamo con l'humus dei coni alti 20-30 cm, i lombrichi, infastiditi dalla luce solare, scaveranno all'interno del cono per sfuggire alla luce. Dopo qualche minuto non si vedranno più lombrichi in superficie. A questo punto prendiamo un pennello o una spatola ed asportiamo uno strato di humus da tutta la superficie della piramide, fino a quando non intercettiamo nuovamente i lombrichi.Dopo la nuova esposizione alla luce, i vermi si rifugeranno più in profondità verso il centro della piramide. Ripetere fino a quando resteranno solo i lombrichi con una piccola parte di humus.
  3. Metodo della migrazione. Spostiamo tutto il contenuto della compostiera da un lato. Inseriamo una nuova lettiera sul lato rimasto libero. I lombrichi pian piano migreranno all'interno della nuova lettiera perché trovano cibo fresco. Nel breve volgere di un paio di settimane si saranno trasferiti quasi tutti nella nuova lettiera.
  4. Metodo della rete metallica. raccogliamo qualche manciata di humus dalla compostiera, poi prendiamo un pezzo di rete metallica a maglia fine (5 mm) e adagiamolo all'interno della compostiera. Sparpagliamo l'humus sulla rete metallica e esponiamo il tutto alla luce solare o artificiale (es. faretto). I lombrichi migreranno verso il basso passando attraverso le maglie della rete metallica e lasceranno l'humus sopra la rete. Togliamo la rete e mettiamo da parte il vermicompost, poi ripetiamo l'operazione quante volte è necessario.
  5. Corralling. Da corral (recinto), è una trappola per lombrichi. si prende una borsa in iuta a maglie larghe (in alternativa i sacchetti traforati per le patate del supermercato). Si riempie l'interno con una nuova lettiera e del cibo fresco e si sotterra all'interno della vermicompostiera. Dopo due giorni si estrae il sacchetto e si prelevano tutti i lombrichi attratti dall'esca.
  6. Cilindro rotante. Si tratta di un cilindro in rete metallica a maglie fini (5 mm) in cui viene introdotto il vermicompost.  Ruotando il cilindro le particelle di compost passeranno attraverso le maglie, mentre i lombrichi saranno trattenuti.
  7. Stacked bin. Una vermicompostiera a più ripiani è un comodo e veloce metodo per separare i lombrichi dal compost. Una volta che i lombrichi hanno trasformato gli scarti completamente, inseriamo sopra la compostiera (a contatto con il materiale all'interno) un altro box con il fondo traforato e riempito di lettiera e cibo fresco. I lombrichi migreranno attraverso i fori per cercare cibo fresco e nel giro di qualche settimana abbandoneranno il box inferiore per trasferirsi in massa in quello soprastante. 

giovedì 14 agosto 2014

Lotta biologica in giardino: uccelli insettivori al nostro servizio

Chi ha un giardino sa quanto è gradevole e soprattutto utile la presenza di uccelli insettivori nelle vicinanze. Oltre ad allietarci con il canto, la maggior parte di questi uccelli sono anche molto belli (cinciallegra, pettirosso, usignolo, scricciolo, ecc), ma soprattutto sono ghiotti di insetti. La lotta industriale agli insetti ha prodotto migliaia di sostanze chimiche intossicanti ed inquinanti,  con il triste risultato di avere eliminato sia gli insetti utili (alcuni addirittura indispensabili, vedi api e insetti pronubi) sia i loro predatori. Allora la domanda è sempre la stessa: perché dobbiamo continuare a intossicarci riversando milioni di tonnellate di pesticidi nell'ambiente se ci sono delle alternative gratuite e soprattutto naturali che non comportano spiacevoli conseguenze su di noi e sugli ecosistemi. In natura tutto si basa sull'equilibrio; se nel nostro orto e giardino notiamo che gli insetti sono una presenza troppo numerosa, allora dobbiamo fare in modo di attirare i loro predatori, al fine di ristabilire l'equilibrio. Se consideriamo che una coppia di cinciallegre durante la cova si ciba di circa 25 kg di insetti ( 25 kg!!!), ci possiamo rendere conto dell'efficacia di questa soluzione naturale. Oltre agli uccelli insettivori, anche i granivori danno una mano alla causa perché, quando le uova si schiudono, i piccoli hanno la necessità di grandi dosi proteiche per superare le prime delicate fasi dello svezzamento, quindi è normale vedere un passero o un cardellino (o altri granivori) portare degli insetti ai piccoli.  Quindi, nell'ottica di creare un ambiente accogliente per questi amici volatili, perché non realizzare dei nidi artificiali che possano ospitarli durante il periodo di accoppiamento e cova. 
Nido realizzato con compensato di recupero
Esistono numerose pagine internet dedicate alla realizzazione di cassette nido per uccelli (LIPU) e possono essere realizzate con i più svariati materiali, meglio se di recupero: legno, compensato, tubi in cemento, persino zucche svuotate.
Qualunque materiale venga utilizzato, occorre fare attenzione nelle rifiniture. In particolare, la colorazione (facoltativa) deve essere realizzata solo esternamente e esclusivamente con vernici ecologiche atossiche, l’interno viene lasciato al naturale. Ogni specie ha specifiche esigenze per quanto riguarda il nido e per questo motivo variano le dimensioni, la tipologia e il diametro dell'apertura. Scegliete quale specie “adottare” e realizzate la cassetta nido in funzione delle sue necessità e abitudini. Nella tabella qui sotto sono riportate le dimensioni ideali delle cassette nido per diverse specie di uccelli:
  
Specie
Diametro apertura
Dimensioni del fondo
Altezza parete posteriore
Altezza parete anteriore
Allocco
23x23
23x23
52
75
Picchio verde
23x23
23x23
52
75
Storno
6-7
13 x 13
30
45
Cinciallegra
5
23 x 23
35
40
Codirosso
3
almeno 10x10
16
21
Passera mattugia
3-5
almeno 10x10
almeno 18
23
Cinciarella, cincia mora
2,8
almeno 10x10
almeno 18
almeno 23
Cincia dal ciuffo
2,8
almeno 10x10
16
21
Picchio muratore
2,8-3,8
almeno 13x10
almeno 16
21
Pigliamosche
3.1-3.8
10x10
37.5
25
Scricciolo
5
10x10
37.5
25
Torcicollo
3.8-4.3
12.5x12.5
37.5
25


La tipologia del nido è diversa in funzione dell’etologia della specie, per semplicità si distinguono 2 tipi di cassette nido, quelle chiuse, con una piccola apertura circolare per consentire l’ingresso e l’uscita, e quelle aperte per le specie che nidificano in una struttura aperta (in questo caso l’intera parete frontale viene rimossa).
Le specie italiane più comunemente ospiti dei nidi artificiali a cassetta sono le seguenti:
Nidi a cassetta o a tronchetto, chiuse
Cinciallegra, Cinciarella, Cincia mora, Passera d'Italia, Passera mattugia, Storno, Picchio muratore, Rampichino, Torcicollo, Codirosso, Pigliamosche, Scricciolo
Nidi a cassetta aperta
Pigliamosche, Pettirosso, Ballerina bianca, Codirosso, Scricciolo, Merlo
Alcuni uccelli insettivori presenti in Italia
Ricordiamoci di realizzare la cassetta in modo che abbia una parete rimovibile per facilitare la ripulitura del nido una volta che i piccoli lo avranno abbandonato. Il momento ideale per posizionare il nido artificiale è immediatamente prima dell'inverno (ottobre-novembre)

domenica 3 agosto 2014

L'idiozia del genere umano: i contadini impollinatori di Sichuan

Come ormai risaputo, le api sono in forte declino da diversi anni e spesso la domanda su cosa succederebbe se questi meravigliosi insetti pronubi si estinguessero ha fatto capolino in molti articoli e post. Una risposta viene dal Sud-Est della Cina, dalla provincia di Sichuan, dove negli anni 90 un forte abuso di pesticidi ha sterminato il 95 % della popolazione locale di api (oltre ad un imprecisato numero di cinesi). Negli anni successivi allo sterminio si notò un drastico calo della produzione di frutta e verdura e questo ha condotto i contadini di Sichuan a trovare delle alternative al lavoro gratuito delle api. Purtroppo, l'unico modo per sostituire gli insetti era procedere all'impollinazione manuale dei fiori degli alberi da frutta (mele e ciliegie soprattutto). I contadini si sono armati di lunghi bastoni provvisti di piume sulla punta, con i quali spennellano di polline i fiori degli alberi; un lavoro lungo, faticoso, ma anche molto pericoloso, perché arrampicandosi sugli alberi per raggiungere i fiori più lontani molto spesso si verificano incidenti. Per sostituire un solo alveare sono necessarie ben 10 persone che, comunque, non riescono a raggiungere nemmeno un decimo dell'efficienza delle api nell'impollinazione. Inoltre, queste persone sono pagate per fare questo lavoro, e sono pagate molto bene per gli standard asiatici (paghe comprese tra i 9 e i 15 euro l'ora), il risultato è stato che la frutta e verdura ha raggiunto prezzi allucinanti che i locali non potevano assolutamente permettersi rendendo antieconomica la coltivazione della frutta e verdura.
Foto di Gilles Sabrie

 Altro effetto collaterale della sparizione delle api è stato un calo della biodiversità vegetale e animale delle zone interessate. Se i contadini si sono sostituiti alle api (con risultati discutibili) nelle coltivazioni destinate al consumo umano, nulla è stato fatto (ovviamente) per tutte le altre specie vegetali selvatiche e non commestibili. Naturalmente, la diminuzione della biodiversità vegetale porta sempre conseguenze su quella animale (il concetto di catena alimentare non doveva essere molto chiaro ai locali). Ora una considerazione è d'obbligo: il genere umano è destinato all'estinzione! Ed è giusto che sia così, perché solo degli idioti possono continuare a perpetrare lo scempio che è stato fatto e che, purtroppo, si continua a fare. Solo rendendoci conto di quanto sia stupido ridurci in queste condizioni possiamo avere una speranza di sopravvivere alla nostra stessa idiozia, ma la storia del genere umano ci ha purtroppo insegnato che l'autodistruzione è l'unica attività in cui l'umanità riesce a tirare fuori il meglio di sé. Meditate gente, meditate.
In questo link trovate il bellissimo reportage fotografico di Gilles Sabrie sui contadini impollinatori di Sichuan (per il giornale Le Monde).

Amsterdam: una città a misura di ape

Il declino inesorabile delle popolazioni di insetti a livello mondiale viene ormai considerato il prodromo di una vera e propria estinzione...