giovedì 14 settembre 2017

Distillazione domestica for dummies: il rosmarino


Gli oli essenziali sono utilissimi in tantissime situazioni, dalla cosmesi alla medicina, alla cura del corpo e dei nostri animali fino alla pulizia della nostra casa. Purtroppo, se proprio vogliamo trovare un lato negativo all'utilizzo degli oli essenziali, questo è il loro costo, non proprio accessibile a tutti. Sia ben chiaro, il prezzo elevato è assolutamente giustificato dalla difficoltà nell'estrazione dell’essenza, un buon olio essenziale biologico può costare diverse decine di euro (pochi ml) e anche considerando che se ne utilizzano poche gocce, rappresenta sempre una spesa che non tutti sono in grado di affrontare con leggerezza. La notizia positiva è che l'estrazione degli oli essenziali è comunque alla portata di tutti, basta conoscere le basi della distillazione in corrente di vapore e comprare un piccolo distillatore o addirittura autocostruirlo. Io ho optato per l'acquisto e ne ho comprato uno “entry level” per fare i primi esperimenti con le essenze che coltivo o che posso raccogliere in giro in campagna.

lunedì 4 settembre 2017

The Trump forest: dove l'ignoranza fa crescere gli alberi

Tutti sappiamo che il presidente Trump non è esattamente un amante della natura. Lo dimostrano questi primi mesi del suo mandato in cui ha smantellato la commissione sui cambiamenti climatici, ha ritirato gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi, ha cancellato 8 anni di politiche a favore delle rinnovabili del suo predecessore e ha virato a 180° verso una politica a favore delle sorgenti fossili di energia, senza trascurare decine di atti presidenziali, dichiarazioni e messaggi vari che non hanno certo evidenziato una sensibilità ambientale fuori dal comune.
Trump è evidentemente un negazionista ambientale e purtroppo il suo operato, presente e futuro, avrà un'impronta importante e indelebile sul nostro pianeta. Per questo motivo, tre ragazzi neozelandesi hanno calcolato l'impatto ambientale che avrà il nuovo corso presidenziale sul nostro amato globo terracqueo ed hanno deciso di mettere in moto una risposta a livello globale per contrastare gli effetti dell'aumento di emissioni causato dalle scellerate decisioni del nuovo presidente americano. L'idea è quella di realizzare un'intera foresta dedicandola al presidente americano o meglio all'ignoranza che ha contraddistinto il suo operato fino ad oggi.
Il progetto si chiama the Trump forest e l'obiettivo dichiarato è quello di raccogliere fondi ed impiegarli tutti (senza alcun guadagno) nell'acquisto di alberi e nella loro piantumazione: una foresta collettiva e diffusa, senza limiti o confini. Il progetto ha raccolto in poco più di 5 mesi 85.000 $ e sono stati già piantati più di 669.000 alberi.
 I tre attivisti hanno calcolato che per contrastare le emissioni che le devastanti politiche energetiche di Trump provocheranno sarà necessario piantare qualcosa come 10 miliardi di alberi che più o meno occuperanno una superficie pari a quella dello stato americano del Kentucky. Daniel, Jeff e Adrien hanno iniziato dalla Nuova Zelanda, dove sono stati piantati circa un migliaio di alberi, ma il loro progetto ha un respiro molto più ampio perchè destinato a tutto il pianeta ed il numero di donazioni (più di 1200) sembra certificare il successo della loro iniziativa che è diventata virale in tutto il mondo. Sul loro sito è possibile visionare lo stato di avanzamento del progetto, le donazioni e le diverse iniziative locali che sostengono questa operazione globale. Una cosa è certa, il presidente non sarà certo contento della breve, ma efficace, dedica del trio di attivisti che si legge all'apertura del sito:
TRUMP FOREST: WHERE IGNORANCE GROWS TREES.



Amsterdam: una città a misura di ape

Il declino inesorabile delle popolazioni di insetti a livello mondiale viene ormai considerato il prodromo di una vera e propria estinzione...