domenica 29 dicembre 2013

zona compost

Nel compostaggio l’organizzazione degli spazi è essenziale. Lo spazio necessario non è molto ed è in funzione della quantità di materiali che si hanno a disposizione. Chiaramente, un’azienda agricola avrà bisogno di un’area adeguata ed una scrupolosa organizzazione delle attività (sebbene poche) e degli spazi, mentre, nel giardino familiare, la zona potrà essere ridotta a pochi metri quadrati.
L’area destinata al compostaggio deve avere un buon drenaggio, deve essere facilmente raggiungibile e opportunamente attrezzata affinché non ci si impantani dopo periodi di pioggia, ad es. predisponendo un vialetto in pietra (1). Il cumulo o la compostiera dovrebbero essere posizionati in modo da essere all’ombra in estate e al sole di inverno, l’ideale è l’ubicazione vicino ad un albero a foglie caduche (2). Questo è preferibile, ma chiaramente, non essenziale. Nelle vicinanze dovrà essere disponibile una riserva di acqua (3) ed uno spazio destinato al compost maturo e alla sua vagliatura (4 e 5). Al fine di integrare il cumulo con materiali carboniosi, quando necessario,  è anche opportuno predisporre una zona di stoccaggio di foglie secche, ramaglie ed altri materiali ricchi in carbonio (6).


martedì 26 novembre 2013

Compostaggio rapido - introduzione

Foto compost vagliato
Mentre i tradizionali metodi di compostaggio impiegano dai 3 ai 6 mesi per completare il processo di trasformazione della sostanza organica, i metodi di compostaggio rapidi accorciano questa tempistica a 2-3 settimane. Per ottenere questi risultati si possono impiegare diversi approcci e questi si possono combinare tra di loro. Gli accorgimenti da utilizzare sono i seguenti:

  • Triturazione e rivoltamenti frequenti.
  • Uso di attivatori a base di azoto.
  • Uso di microrganismi effettivi (EM).
  • Uso di lombrichi.
  • Uso di colture cellulosiche.
  • Uso di aerazione forzata.
  • Uso di macchine per il rivoltamento meccanico.
Nei seguenti post analizzeremo i diversi metodi di compostaggio rapido che comportano l’impiego combinato dei suddetti punti. Solitamente, i metodi rapidi implicano un maggiore impegno e lavoro rispetto ai metodi passivi, in alcuni casi si utilizza energia per facilitare il processo e renderlo più veloce, come ad esempio nel casi dell’utilizzo dell’aerazione forzata e dei rivoltamenti meccanici. Dedicarsi al compostaggio rapido è una scelta che deriva anche dalla disponibilità di materia organica, è chiaro che nel caso di un compostaggio di tipo domestico i metodi rapidi hanno poco senso, in quanto si tratta di limitati quantitativi di materia organica. Quando, però, il quantitativo di scarti diventa consistente e continuo (ad es. un’azienda agricola, una mensa, ecc.), il compostaggio rapido può diventare un aiuto significativo per trasformare la sostanza organica in humus in tempi brevi e occupando spazi ristretti.

venerdì 15 novembre 2013

Larve nel compost

Spesso, rivoltando il compost, è possibile imbattersi in larve di una certa dimensione. In particolare, è possibile incontrare delle larve di insetti che sono lunghe anche 5 centimetri e con un diametro di circa un  centimetro. In questo caso è importante identificare l’insetto che ha colonizzato il nostro cumulo perché siamo di fronte a due possibili alternative. I due insetti che hanno delle larve di questa forma sono la Cetonia aurata e il Maggiolino (Melolontha melolontha), identificare l’intruso è importantissimo, infatti i due insetti hanno un ruolo assai diverso, perché la cetonia è strettamente detritivora e svolge, all’interno del compost, le stesse funzioni dei lombrichi, mentre il maggiolino può essere molto dannoso perché, nel suo stadio larvale, si nutre di apparati radicali delle piante. Le larve sono simili, ma è possibile distinguerle facilmente ispezionando le zampette della zona toracica: se sono piccole e atrofizzate ci troviamo di fronte a una larva di cetonia e possiamo lasciarla tranquillamente scorrazzare all'interno del compost perché contribuiscono alla formazione di un prodotto di ottima qualità, mentre se le zampe sono ben sviluppate è una larva di maggiolino. In questo caso dobbiamo procedere alla rimozione manuale delle larve perché se distribuiamo il compost colonizzato da larve di maggiolino, ad esempio all'interno dei vasi, rischiamo di danneggiare seriamente la pianta che invece vorremmo aiutare a crescere. Sconsiglio vivamente di utilizzare una qualsiasi forma di lotta chimica perché questa danneggerebbe anche la fauna “amica”, quindi meglio rimuovere il tutto manualmente anche perché le larve sono così grandi che non costituisce un problema ne identificarle ne rimuoverle.
Larva di maggiolino (fonte tutti pazzi per le piante)
Larva di Cetonia (fonte le vite verdi)

venerdì 27 settembre 2013

Garbage enzyme

Il garbage enzyme letteralmente tradotto enzimi da rifiuti è una soluzione biologica prodotta dalla semplice fermentazione di rifiuti vegetali  freschi,  zucchero non raffinato e acqua, e ricalca il processo di vinificazione. Questa fermentazione crea catene naturali di proteine, sali minerali ed enzimi. La soluzione ha il potere di rompere, modificare, creare e catalizzare i legami delle sostanze –Queste funzioni lo rendono un aiuto eccezionale per tutto quello che riguarda la disinfezione e pulizia personale o di oggetti. Questa soluzione enzimatica è stata sviluppata dalla Dottoressa Rosukan che per più di 30 anni ne ha studiato composizione ed effetti.

Caratteristiche:
  • Ottima per pulire e disinfettare.
  • Può essere miscelata con agenti chimici di pulizia, questo permette di usarne in minori quantità. riducendo i danni ambientali.
  • Riduzione dell’inquinamento.
  • Riduzione del materiale avviato in discarica.
  • Come fertilizzante al posto di quelli chimici.
  • Risparmio di denaro in quanto non si acquistano i prodotti per pulire e disinfettare.
  • Risparmio di spazio, perché c’è un solo prodotto multiuso.
  • Riduzione e riciclaggio dei rifiuti.
9.   La fermentazione del materiale organico genera dei gas che contribuiscono ad abbassare i livelli di biossido di carbonio in atmosfera.

Per cosa si può usare

Purificare l'aria: L'ozono prodotto nella creazione di Garbage Enzyme uccide i batteri presenti nell'aria e aumenta i livelli di ossigeno nell'aria.
Deodorare l'aria: diluito e spruzzato in una stanza da una bottiglia, rimuove gli odori l'aria.
Pulizia della casa: con soli 2 cucchiai di soluzione in un secchio d'acqua si pulirà il pavimento e si uccideranno i batteri.
Pulizia della casa: Utilizzare diluito per pulire il water. Uccide i microrganismi dannosi, pulisce le macchie più ostinate, rinfresca l'aria, e mantiene le formiche e scarafaggi distanza.
Pulizia della cucina: Utilizzare diluito. Si può effettivamente pulire in cucina le macchie più ostinate. Si può utilizzare per mantenere pulite le tubazioni versando la soluzione nel lavandino e lasciando riposare durante la tutta la notte.
Pulizia di Verdure: Lavare frutta e verdura con una diluizione leggera di soluzione per rimuovere tracce di pesticidi.
Pulizia dei vestiti: mettere il bucato in Pre-ammollo con un po’ di soluzione, questo aumenterà l’efficacia del vostro detersivo e se ne potrà usare molto meno.
La cura della pelle: Scoprite i capelli più morbidi e la pelle quando si aggiunge un po 'di enzima diluito
(1:10) per shampoo e gel doccia. Anche in questo caso la soluzione aumenta l’efficacia dei saponi e potrete utilizzarne di meno. La soluzione conferirà ai vostri prodotti da bagno preferiti delle proprietà anti-batteriche.
La cura degli animali: si usa nel lavaggio degli animali domestici mantenere un odore gradevole. Si spruzza sulla lettiera per evitare odori sgradevoli.
La cura dell'auto: Un po’ di soluzione diluita nell’acqua del radiatore contribuirà a mantenere pulito il circuito idraulico e a migliorare le prestazioni dell’automobile. È possibile deodorare l'auto, come si farebbe con una stanza, con un leggero spruzzo di enzima diluito in acqua.
Cura del giardino: le piante innaffiate con acqua con l’aggiunta di un po' di soluzione diluita crescono più sane, e riduce gli attacchi dei parassiti. Un terreno sterile può essere riportato in vita innaffiandolo con acqua e soluzione per un periodo di tre mesi.

Come si fa la soluzione enzimatica

Ingredienti:

  • Zucchero di canna o comunque zucchero non raffinato. Non usare mai lo zucchero bianco! (1 parte).
  • Scarti di cucina: bucce di frutta e verdura, semi, ecc. (3 parti).
  • Acqua (10 parti).
  • Una bottiglia in plastica o un bidone di adeguato volume.
Esempio: 1kg di zucchero – 3 kg di scarti di cucina – 10 kg di acqua
Oppure: 0,5 kg di zucchero – 1,5 kg di scarti di cucina – 5 kg di acqua (mantenere le proporzioni).

Conservare in luogo fresco e asciutto a temperatura ambiente.
• Rilasciare i gas che si formano una volta al giorno per il primo mese. Assicurarsi che il contenitore sia tappato ermeticamente ogni volta dopo il rilascio del gas.
• per il 2 ° e 3 ° mese, rilasciare solo eventuali gas se necessario.
• A volte, vi è uno strato bianco sulla superficie della soluzione enzimatica durante la fermentazione. Potrebbero apparire dei vermi nella soluzione enzimatica, non fatevi prendere dal panico. Aggiungere in una manciata di zucchero, mescolare bene e richiudere la bottiglia ermeticamente. Essi scompaiono durante la notte!

Queste bottiglie contengono rifiuti di cucina con lo zucchero e l'acqua.

  • La fermentazione si svolge in bottiglia per 3 mesi.
  • Poi, dopo filtrazione e rimozione del residuo, si ottiene la soluzione di enzimi.
  • il residuo può essere riutilizzato per un nuovo lotto di produzione aggiungendo immondizia fresca.
  • Il residuo può anche essere essiccato, poi mescolato e sepolto nella terra come fertilizzante.

giovedì 29 agosto 2013

Metodo Bangalore

Il metodo Bangalore è una modalità di compostaggio lento. Il cumulo è costruito in modo simile al metodo Indore, anche in questo caso l'accumulo del materiale è rapido e si conclude nel giro di una o due settimane al massimo. Pochi giorni dopo il completamento del cumulo, questo viene ricoperto con fango o con zolle di terreno e erba, in questo modo si isola completamente il cumulo dall'aria. Il processo di decomposizione continua all'interno del materiale, ma in questo caso gli organismi che operano la trasformazione sono diversi. La decomposizione è molto lenta rispetto al metodo Indore, ma la qualità è la stessa. I vantaggi nell'utilizzo di questo metodo sono da ricercarsi nella bassa manutenzione caratteristica dei metodi cosiddetti "lenti" che non si preoccupano di movimentare il materiale. Inoltre, c'è un notevole risparmio di acqua in quanto il cumulo non deve essere innaffiato. Per contro si registra una maggiore sopravvivenza dei semi di infestanti e dei germi patogeni perché il cumulo non raggiunge le alte temperature dei processi di ossidazione caratteristici delle reazioni in atmosfera. Altro elemento negativo è la maggiore difficoltà nel controllo del processo di compostaggio e la difficoltà per i meno esperti a gestire questo metodo.
Schema metodo Bangalore

giovedì 27 giugno 2013

La crescita infelice del Brasile


© foto di Image Sport
In questi ultimi giorni sono saliti alla triste ribalta delle cronache giornalistiche i disordini spontanei, che in Brasile stanno caratterizzando il periodo dedicato alla manifestazione sportiva premondiale della confederations cup. I manifestanti recriminano sulle politiche inique del governo brasiliano che ha dedicato ingentissime risorse (11 miliardi di euro) all'organizzazione dei prossimi mondiali di calcio che si terranno nel luglio del 2014 in un paese dove mancano gran parte delle infrastrutture socio-economiche (scuole, lavoro, ospedali, ecc.) . Il problema dei brasiliani è che, a fronte di un PIL in crescita esponenziale (viaggia in doppia cifra), le condizioni delle fasce sociali più deboli sono addirittura peggiorate, portando all'esasperazione centinaia di migliaia di persone che hanno approfittato dell'esposizione mediatica, dovuta alla confederations cup, per mostrare al mondo il dolore e la disperazione per le condizioni sociali insostenibili in cui versa il martoriato popolo brasiliano. Ma perché si lamentano? Direbbero i soloni che fanno della crescita infinita l'unico dio che regola e domina le vite di noi esseri umani: se l'economia cresce vuol dire che il paese si arricchisce, e se il paese diventa più ricco anche i brasiliani lo diventeranno. Proprio questa becera equazione: +PIL=+ricchezza, rappresenta il vulnus del ragionamento, perché se è vero che gli scambi commerciali fanno indubitabilmente aumentare il prodotto interno del brasile, non corrisponde a verità la conseguenza, che sembrerebbe logica, che i brasiliani si arricchiscono o quantomeno godrebbero dei benefici di questo aumento. Infatti, l'economia brasiliana è in mano alle multinazionali ed è basata sulle esportazioni di materie prime (oro, petrolio, pietre preziose, legname, ecc.), mentre ha una debole capacità di trasformazione (in rapporto alla popolazione) che le impedisce di sviluppare attività produttive sul suo territorio che viene, invece, indiscriminatamente devastato dalle holding che sfruttano le materie prime del paese, esportando i guadagni e lasciando poco più delle briciole ai brasiliani. Tanto PIL in più, ma solo per il godimento di pochi, è questo il modello economico che domina il nostro tempo, ed è questo modello che ha acceso il fuoco della contestazione popolare di cui avvertiamo soltanto i primi sintomi nelle ribellioni sulle strade dei paesi più colpiti da questo male oscuro: la crescita infelice.

venerdì 7 giugno 2013

Compostaggio: metodo del cesto

La tecnica del compostaggio in cesto o canestro è molto semplice e consiste nello scavare un buco circolare profondo 20-40 cm e inserire all’interno un cilindro di rete metallica o un canestro fatto con legni flessibili che uscirà dal terreno per 20-30 cm. Il diametro del foro varia in funzione della disponibilità  di scarti da un minimo di 30 cm fino a 60-80 cm, superare questa dimensione comporta difficoltà nella gestione del foro. All'interno del foro inserire un primo strato di materiale grossolano per evitare ristagni d’acqua poi si può cominciare a inserire i rifiuti come in una normale compostiera. Si consiglia di mettere come ultimo strato della paglia che mantiene la coibentazione e evita la presenza di moscerini e altri insetti.

Sezione Basket composting
 Attorno al canestro, ad una distanza di 2-3 cm dal bordo è possibile piantare semi o piantine che cresceranno nutrendosi delle sostanze rilasciate dal materiale presente nella buca. L’inserimento delle piante o dei semi deve essere eseguita almeno 3-4 settimana dall'inizio del processo di compostaggio, in particolare se gli scarti che mettiamo nella buca sono ricchi in azoto. Per favorire l’assorbimento delle sostanze da parte delle piantine attorno al cesto è consigliabile innaffiare il centro della buca, l’acqua trasporterà le sostanze lateralmente e verso il basso garantendo il trasferimento di nutrienti alle piante. Naturalmente, è possibile utilizzare più cesti in punti diversi del giardino in modo da nutrire altri gruppi di piante.

Vantaggi:

  • è possibile utilizzare i benefici del compost direttamente sulle piante;
  • è adatto per chi ha a disposizione quantità limitate di scarti e di spazio;
  • a parte la costruzione del cesto è un metodo che richiede poco lavoro.
Svantaggi:

  • non è adatto se si hanno a disposizione molti scarti.

domenica 26 maggio 2013

Compostaggio: metodo Indore


Le tecniche di trasformazione della sostanza organica sono il frutto di una sapienza antica che si è sviluppata in tutto il mondo con modalità differenti ma con finalità analoghe. In particolare in quei paesi che hanno da sempre avuto abbondanza di sostanze di scarto è culturalmente radicata la pratica di non lasciare che queste diventino un rifiuto ma si trasformino in preziosa risorsa. Anche in questo caso l’oriente fornisce abbondanti lezioni di gestione delle risorse ,non sprecando nulla di quello che la natura ci ha concesso, contrariamente all’occidente che ha fatto dello spreco uno scellerato modus vivendi. Una tecnica di compostaggio molto efficace viene dall’india centrale, dal distretto di Indore, da cui prende il nome questo metodo di trasformazione delle sostanze di scarto.
Il metodo Indore consiste nel mettere strati di materiali diversi l’uno sull'altro per formare un cumulo. In primo luogo, è necessario fare una base di rami e altro materiale difficilmente decomponibile . Questo permette una maggiore ventilazione che è importante per la sopravvivenza dei microrganismi. poi la stratificazione è la seguente:
1. 10 centimetri (cm) di materiale che è difficile da decomporre, per esempio materiale  ricco di cellulosa. Poi cospargere con acqua.
2. 10 cm di materiale facile da decomporre, quali scarti di frutta e verdura.
3. 2 centimetri di concime animale (se disponibili).
4. Uno strato sottile di terra fertile per ottenere i microrganismi necessari per il processo di compostaggio.
5. Ripetete questi strati fino a quando il cumulo raggiunge 1m a 1,5 m di altezza.
6. Coprire con erba o foglie  per limitare l’evaporazione dell'acqua

Completare  la costruzione del cumulo entro una settimana. Dopo 2 o 3 settimane il mucchio deve essere smontato e ricostruito. Questo perché non tutti i materiali si decompongono uniformemente. Anche nel secondo cumulo è necessaria una base di materiale grossolano. Il materiale che nel primo cumulo era più esterno, più asciutto e non si è decomposto va posto nella parte centrale della nuova struttura e abbondantemente innaffiato prima di ricostruire il nuovo cumulo. È chiaro che, in questa seconda fase, l’originale stratificazione viene persa.  Il nuovo nucleo di scarti indecomposti viene ricoperto con il resto del materiale. Un secondo rivoltamento viene eseguito dopo ulteriori tre settimane controllando umidità e temperatura e innaffiando.
Alcune sostanze come l’urina umana e la cenere di legna sono promotrici della crescita dei microrganismi, ma solo se utilizzate in piccole quantità. L’urina viene diluita in un rapporto 1:4 con acqua e distribuita sopra lo strato di suolo del punto 4. Qualche manciata di cenere svolge una funzione analoga.
Il processo di trasformazione fornisce buoni risultati e in tempi brevi, in tre mesi viene completata la degradazione della maggior parte delle sostanze. In particolari condizioni (freddo, rapporto C/N non ottimale, ecc.), la durata della trasformazione può aumentare fino a sei mesi.
Vantaggi del metodo
  • Il processo può essere controllato agevolmente e senza particolari problemi
  • I tempi sono abbastanza brevi

Svantaggi del metodo
  • Sono richieste grandi quantità di acqua
  • È molto laborioso in confronto ad altri metodi.
  • Tutte le quantità di materiale necessarie alla costruzione del cumulo devono essere disponibili in breve tempo.

venerdì 17 maggio 2013

Modi di compostare

Fino ad alcuni anni fa la pratica del compostaggio era limitata agli spazi aperti (giardini, aie, stalle). Man mano che si è fatta strada la consapevolezza che il riciclo della sostanza organica non era solamente un sfizio da figli dei fiori, si sono aperte diverse strade per praticare il compostaggio anche in ambienti che prima non erano presi in considerazione. Lo studio e la diffusione delle tecniche di trasformazione anaerobica (bokashi), l'inserimento sul mercato di compostiere automatiche e il vermicompostaggio permettono, con un minimo impegno,  di "creare" ottimo humus anche in assenza di un giardino. Nelle grandi città, anche chi abita in un appartamento senza balconi o garage può rivolgersi a delle associazioni che si occupano di compostaggio. In questo caso gli scarti di cucina possono essere conservati in freezer, questo consente di conservarli senza che producano i fastidiosi odori della decomposizione e, inoltre, elimina eventuali larve della mosca della frutta che possono essere presenti negli scarti. Nello schema seguente sono riprodotte le principali tecniche di compostaggio utilizzabili in funzione dell'abitazione.


sabato 4 maggio 2013

serra anti lumache da bottiglia di plastica


Chi coltiva il proprio orto può comprendere la frustrazione di vedere completamente distrutte le piantine appena messe a dimora. I terribili sicari sono dei lucidi e viscidi molluschi gasteropodi terrestri che si chiamano limacce (fam. Limacidae), anche le classiche lumache con guscio apportano considerevoli danni ai teneri virgulti appena trapiantati. Esistono diversi metodi per liberarsi da questi viscidi nemici, quasi tutti, purtroppo implicano l'eliminazione fisica di questi animaletti. Anche i metodi più vicini al sentire ecologico portano alla morte dei molluschi (ad es. le trappole di birra). Dato che sono nettamente contrario alla pena di morte e che ritengo che limacce e chiocciole abbiano un loro ruolo nella trasformazione della sostanza organica, ho deciso di industriarmi per trovare un metodo efficiente per proteggere le piantine senza nuocere ai predatori di lattughe. Ho provato con strisce di sabbia o di cenere che sono dei dissuasori per i molluschi in quanto non riescono a strisciare su materiali assorbenti. Il rimedio presenta, però, almeno due pecche: la prima è che a lungo andare cenere e sabbia alterano il naturale equilibrio del terreno, la sabbia cambia la struttura del suolo rendendolo più permeabile e poroso. La cenere influisce sulla chimica del terreno rendendolo più acido. La seconda è che il materiale funziona bene come deterrente fino a quando è abbastanza asciutto, quando piove e si satura, le lumache riescono ad attraversarlo. A questo punto ho cominciato a pensare di proteggere fisicamente le piantine con del materiale di recupero: ho preso dei bottiglioni in PVC per il vino e li ho tagliati a metà. Ho ricavato un foro circolare sul fondo e ci ho incollato un pezzo di rete antizanzare. Per non sprecare l'altra metà del bottiglione ho incollato un pezzo di zanzariera anche alla bocca della bottiglia in modo da avere 2 mini-serre. La parte più larga costituita dal corpo della bottiglia può essere utilizzata per piante più grandi, mentre quella svasata con l'imboccatura può essere utile per le piante più piccole. Una volta completata la mini-serra va posizionata sopra la pianta rincalzando la terra lateralmente. In questo modo la piantina è protetta dalle lumache, prende tutta la luce necessaria, può essere facilmente abbeverata senza levare la bottiglia, può essere protetta dal freddo semplicemente variando la grandezza del foro (o facendo dei piccoli fori laterali) e le lumache sono libere di scorrazzare nell'orto, anche se saranno costrette a cambiare la loro dieta...


venerdì 26 aprile 2013

Un altro mondo è possibile


Mai come adesso si sente la stringente necessità di modificare il modus vivendi della società contemporanea. Il modello basato sulla continua ascesa del PIL ha miseramente fallito. Ci ha trasformato in automi decerebrati degni di un film di Fritz Lang, dedichiamo gran parte della giornata al lavoro, siamo gli schiavi del XXI secolo e il nostro padrone è il denaro. Per lui trascuriamo gli affetti, la famiglia, gli amici. Per il denaro non abbiamo più tempo per socializzare, per fare volontariato, per dedicare un po' di tempo a noi stessi.
Questa spirale vorticosa ha divorato il nostro tempo, e tutto per ottenere soldi, che servono per comprare cose sostanzialmente inutili che non avremo il tempo di usare. Il parossismo consumistico che permea la nostra epoca sta portando alla distruzione il nostro pianeta, ma sta anche mortificando le nostre vite. Il PIL, le banche e una politica che oltre che miope si sta rivelando fortemente presbite ci stanno affondando, stanno spegnendo le speranze di tutti noi. Il denaro ha fatto deragliare le nostre vite e la crisi che morde è la conseguenza della bramosia di potere e soldi che il bulimico mix di banche, politica e multinazionali ha costantemente perpetuato negli ultimi trenta anni. Un cambio di rotta è necessario, una rivoluzione di idee e comportamenti che riporti sui giusti binari questa umanità sempre piú confusa e drogata da una visione di crescita insostenibile. Niente cresce all'infinito, e anche l'economia non si sottrae a questa legge naturale, quindi sostenere che l'unica via di sviluppo delle società è la crescita esponenziale del PIL è quanto meno innaturale. Fare un passo indietro non significa tornare al passato ma prendere consapevolezza che un altro mondo è possibile. Un mondo più giusto e solidale, un mondo pulito e rispettato da una sostenibilità delle attività antropiche non più procrastinabile. Un mondo in cui il lavoro prende il giusto tempo e non ruba all'uomo gli affetti, la conoscenza e la cultura perché una vita senza questi fondamentali pilastri non vale la pena di essere vissuta. La politica nazionale è la diretta conseguenza di una comunità europea che ascolta solo i bilanci e le banche, mentre resta inascoltata l'angoscia e la sofferenza delle persone che vivono un presente difficile e si aspettano un futuro terribile. La speranza di un nuovo inizio, di una nuova era in cui la persona ritorni ad essere baricentrica nel pensiero politico, sociale ed economico non è riposta in una ripresa della crescita della produzione e vendita di beni materiali, ma riparte dalle azioni  dei singoli che devono avere come riferimento il proprio territorio. Lo sviluppo delle economie locali è la risposta alla logica delle multinazionali che ci imbottiscono di prodotti scadenti e lasciano le briciole alle economie indigene esportando i loro capitali all'estero. Comprando i prodotti del territorio si aiutano il commerciante e il produttore locale, si aiuta l'ambiente risparmiando carburanti e inquinamento, si migliora il tessuto sociale e si guadagna in salute. D'altra parte anche uno studio condotto in 20 stati africani dalle Nazioni Unite ha evidenziato che l'unico modo possibile per sfamare i 9 miliardi di persone che popoleranno la terra nel 2050 sarà quello di rivolgersi alle economie locali ed in particolare alla produzione biologica a piccola scala. Ripartiamo da questo. Un altro mondo è possibile!

domenica 21 aprile 2013

Prodotti per la pulizia: attenzione alle sostanze potenzialmente pericolose


Uno studio dell’Agenzia per la protezione ambientale americana (EPA) ha messo in evidenza che una delle cause di maggiore inquinamento dell’ambiente domestico sono i prodotti per la pulizia della casa. Negli ultimi anni c’è stato un boom di questi articoli, con una diversificazione che ha raggiunto la soglia del ridicolo: prodotti per pulire efficacemente l’interno della vasca, le piastrelle, le fughe delle piastrelle, gli infissi, i mobili, prodotti per il lavello, per il piano cottura, per il frigorifero, deodoranti per il water, i cassetti, i ripostigli, ecc…


Tra poco per ogni elemento di arredo presente in casa sarà necessario un prodotto per pulirlo e deodorarlo! Siamo alle solite, l’industria ci tratta come un gregge di pecore e ci crea bisogni assolutamente artificiali per propinarci più prodotti possibili, in modo da svuotare le nostre tasche e riempire i nostri ripostigli di detergenti, deodoranti e affini assolutamente inutili e, purtroppo, spesso estremamente dannosi per noi e per l’ambiente. In realtà la nostra dimora può essere efficacemente pulita con tre soli elementi: limone, aceto e bicarbonato di sodio, e proprio per esagerare potremmo includere nella lista la soda e ovviamente l’acqua per diluirli e per sciacquare. Ognuno di questi ha una funzione specifica che approfondiremo nei post seguenti e possono in alcuni casi essere abbinati. Inoltre, possiamo produrre sapone in casa, non è difficile come si può pensare e assolve a gran parte delle pulizie domestiche.  I prodotti industriali per soddisfare le sempre più “sofisticate” esigenze del mercato si affidano a componenti chimici che possono rivelarsi altamente tossici. Provate a pensare al detergente che si usa per pulire i forni incrostati, riesce in pochi minuti a rimuovere anni di grasso accumulato (per non offendere nessuno prendo ad esempio il mio forno…). Cosa potrebbe fare alle cellule della nostra pelle o del nostro corpo se inalato? Dovete pensare che i nostri arrosti saranno “conditi” di soda caustica per diverso tempo dopo l’applicazione di questi sgrassanti. A pensarci bene esistono sostanze naturali altrettanto efficaci di quelle industriali. Ad esempio perché pulire i mobili in legno con spray costosi ed inquinanti quando la cera d’api nutre il legno, esalta le venature, è antistatica (respinge la polvere) e ha un gradevole profumo? L’elenco delle alternative è lungo: la natura ci mette a disposizione tutto quello di cui abbiamo bisogno: sta a noi decidere se approfittarne oppure no.

martedì 9 aprile 2013

Compostaggio di superficie


Se il concetto di compost è molto vicino alla permacultura, il compostaggio di superficie aderisce ancora di più a questo modo di pensare. La differenza sostanziale tra le due attività è che il compostaggio vede uno spazio specifico dedicato a questa attività, sia esso una compostiera, un cumulo o un fosso. Il compostaggio di superficie trasforma in loco i resti vegetali delle diverse coltivazioni. La trasformazione in compost avviene direttamente nel primo strato di terreno vegetale (5-10 cm) previa riduzione in frammenti più piccoli come per le compostiere. Il materiale organico deve essere interrato a non più di 5-10 cm e deve essere ben mescolato al terreno vegetale, evitando di creare accumuli di materiale organico che potrebbero causare fenomeni di marcescenza. In particolare bisogna fare attenzione nei terreni argillosi dove, per la particolare struttura del litotipo argilloso (tendenzialmente poco permeabile), l’accumulo di scarti provocherebbe, in assenza di ossigeno, la mancata stabilizzazione dello scarto e una diminuzione della fertilità del suolo. Una volta interrato il tutto si raccomanda di attendere il periodo di tempo necessario alla completa trasformazione della sostanza interrata prima di seminare o piantare qualcosa, tale tempistica è funzione del tipo di terreno e delle temperature ambientali, tra l’altro durante la trasformazione si registra la formazione di ammoniaca in forma gassosa che disperde azoto in forma non assimilabile e che ostacola la crescita delle piante. Il principale vantaggio di questa tecnica è che l’umificazione avviene direttamente nel suolo incorporando quel complesso meccanismo biologico e fisico che permette ai terreni di trasformare i rifiuti in nutrimento. Un secondo vantaggio da considerare è che la natura lavora direttamente per noi con una diminuzione del lavoro (seppur minimo) necessario al compostaggio, il materiale rimane in situ senza spostamenti in compostiere o cumuli. Qualora decidessimo di utilizzare questa tecnica dobbiamo ricordarci che nel compostaggio di superficie non si raggiungono le temperature dei cumuli che provvedono all’igienizzazione del compost, quindi è meglio evitare gli scarti problematici: parti di piante malate, lettiere, ecc. In realtà, un aumento di temperatura si registra perché con la decomposizione dei materiali organici il terreno si riscalda e l’anidride carbonica prodotta favorisce la crescita delle piante. Dal punto di vista estetico, però, il giardino appare trascurato e costellato di residui vegetali e questo può rappresentare di sicuro un punto a sfavore. Per quanto riguarda gli equilibri chimici, solitamente con questo metodo si ottengono alti valori del rapporto C/N, quindi è necessaria l’aggiunta di concimi azotati.   
Alcuni confondono il compostaggio di superficie con la pacciamatura, la differenza è semplice: nel primo caso distribuiamo del materiale da compostare direttamente nel terreno quindi è finalizzato al suo nutrimento, mentre nel secondo lo scopo è quello di proteggere il terreno sia dalle intemperie sia dalla crescita delle infestanti.

domenica 31 marzo 2013

Geotermia ad alta entalpia

Per geotermia ad alta entalpia si intende il calore prodotto dal nostro pianeta per effetto del decadimento di isotopi radioattivi o per vicinanza di ammassi magmatici. Le potenzialità del settore geotermico sono assolutamente sottovalutate, anche trascurando il calore proveniente dalle porzioni più profonde della crosta terrestre, che allo stato attuale non sono raggiungibili o comunque non sono economicamente convenienti, l'energia ricavabile dal sottosuolo potrebbe essere centinaia di volte maggiore di quella attualmente necessaria per tutte le attività antropiche del nostro pianeta. La geotermia deve essere fortemente sostenuta, non solo perchè ci fornirebbe energia per i prossimi 4000 anni senza necessità di ricorrere ad altre fonti rinnovabili o fossili, ma anche perchè in rapporto alla quantità di energia prodotta gli impianti dedicati occupano una superficie assai ridotta. Per un impianto da 5 MW, l'estensione areale può essere contenuta in una superficie minore di un ettaro; per un equivalente impianto fotovoltaico è necessaria un'area dieci volte maggiore. Per quanto riguarda l'eolico oltre all'area occupata abbiamo un impatto visivo notevole anche a molti chilometri di distanza. Un altro vantaggio della geotermia è che la produttività dell'impianto è continua, mentre per l'eolico è legata alla presenza di vento e nel fotovoltaico è esclusivamente diurna. Naturalmente, esistono degli aspetti negativi nella realizzazione di un impianto geotermoelettrico, ad es. la risalita di gas H2S che ha un odore di uova marcie, inoltre un impianto di questo genere è un vero e proprio stabilimento industriale il cui impatto visivo non è certo da considerarsi dei migliori. Nel primo caso si utilizzano dei filtri che abbattono le emissioni odorigene, mentre per quanto riguarda l'impatto visivo si ricorre a tecniche di architettura paesaggistica che isolano visivamente questi impianti (green belt ad es). Per sfruttare queste risorse sono necessari studi costosi e molto approfonditi (in tutti i sensi) per comprendere la sussistenza delle condizioni geologiche del fenomeno geotermico. Innanzitutto il gradiente geotermico (il tasso di aumento della temperatura con la profondità) deve essere tale da garantire le temperature necessarie per sfruttare il fenomeno (100-200° ), mediamente il gradiente geotermico è di 3° ogni 100 metri di profondità, ma ogni zona ha un suo caratteristico gradiente a seconda della geologia che lo caratterizza. Va da sé che più alti sono i tassi di aumento delle temperature, maggiori sono le potenzialità geotermiche della zona. Inoltre, Per giungere in superficie il calore ha bisogno di un vettore fluido (acqua o vapore), naturale o iniettato, che deve poter fluire in gran quantità in rocce porose e permeabili (rocce serbatoio), queste a loro volta devono essere protette da rocce impermeabili (copertura) che impediscano o limitino la dispersione dei fluidi e del calore. Da quanto detto si comprende quanto sia importante lo studio geologico della zona prescelta per verificare l’esistenza di tutte queste condizioni. Le tipologie di impianto geotermico sono diverse in funzione di svariati fattori inerenti la sorgente geotermica individuata, la temperatura dell’acqua, la presenza o meno di vapore, ecc. 
www.uniurb.it
Nel caso in cui la centrale sia installata in un campo “a vapore secco” (come quello di Larderello), il vapore è inviato direttamente alla turbina, all’uscita da questa, il vapore esausto viene condensato e depurato dei gas incondensabili, mentre l’acqua di condensa può venir dispersa in superficie o reiniettata nel sottosuolo. Quando invece, si tratta di campi “ad acqua dominante”, la miscela acqua/vapore che fuoriesce dal pozzo geotermico, è sottoposta ad un processo di separazione dal quale si ottiene il vapore che sarà inviato alla turbina ed un’alta percentuale di acqua (30-80% del totale) che verrà dispersa o reiniettata.

lunedì 25 marzo 2013

Transition town

"La Transizione è un movimento culturale impegnato nel traghettare la nostra società industrializzata dall'attuale modello economico profondamente basato su una vasta disponibilità di petrolio a basso costo e sulla logica di consumo delle risorse a un nuovo modello sostenibile non dipendente dal petrolio e caratterizzato da un alto livello di resilienza" (Transition Italia).
Se il concetto di transizione appare subito chiaro dalla definizione sopra riportata, di certo la resilienza necessita di qualche spiegazione.
"La resilienza è la capacità di un sistema naturale, di una specie o di una certa organizzazione di adattarsi ai cambiamenti, anche traumatici, che provengono dall'esterno senza degenerare, una sorta di flessibilità rispetto alle sollecitazioni".
Lo scopo principale del concetto di transizione è quello di costruire un nuovo livello di consapevolezza riguardo argomenti come la sostenibilità degli insediamenti antropici e preparare le persone ad un rapido adattamento all'approssimarsi di un’epoca in cui la progressiva diminuzione dell’energia di tipo fossile comporterà un radicale cambiamento delle abitudini di vita. Per raggiungere questo scopo le comunità sono incoraggiate a ricercare metodi per ridurre i consumi di energia e incrementare la propria autonomia a tutti i livelli. Esempi di iniziative riguardano la creazione di orti comuni, riciclaggio di materie di scarto come materia prima per altre filiere produttive, compostaggio, valorizzazione delle economie locali, introduzione di monete locali, valorizzazione dello scambio non basato sul denaro, rivalutazione della sapienza degli anziani per riappropriarci delle competenze perdute, recupero dei valori di solidarietà tra concittadini e tutte le altre iniziative che portano ad una diminuzione del peso energetico delle comunità. Questo percorso genera una spirale positiva che porta alla realizzazione di un'esistenza più soddisfacente, più equa e più integrata socialmente.
Infatti, il cardine del movimento delle Transition Town è l'idea che una vita senza petrolio può in realtà essere più godibile e soddisfacente dell'attuale. 
"Ragionando fuori dallo schema corrente, possiamo in realtà riconoscere che la fine dell'era di petrolio a basso costo è un'opportunità piuttosto che una minaccia, e possiamo progettare la futura era a bassa emissione di anidride cabonica come epoca fiorente, caratterizzata da flessibilità e abbondanza - un posto molto migliore in cui vivere dell'attuale epoca di consumo alienante basato sull'avidità, sulla guerra e sul mito di crescita infinita".  

lunedì 11 marzo 2013

Decrescita


Il termine Decrescita è forse un po’ infelice perché viene inteso esclusivamente nella sua accezione negativa. In realtà, la Decrescita è un concetto molto ampio e variegato che mette in primo piano le persone e la natura e non i macrosistemi economici, come avviene invece con il termine crescita. Quello che intendo dire è che il concetto di Decrescita non è l’opposto di crescita perché i soggetti interessati sono diversi. La crescita è basata sul consumo continuo di beni materiali ed ha un riflesso positivo sul prodotto interno lordo, ma il benessere sociale non è sempre proporzionale al PIL. Spesso viene lasciato intendere che il PIL sia un parametro oggettivo che misura il benessere di una società: grave errore, perché è sicuramente un indice quantitativo ma non esiste un collegamento tra crescita e benessere della popolazione. Ad esempio Cina e India sono i paesi che ultimamente hanno sfornato crescite mostruose, ma le condizioni di vita dei cinesi e degli indiani non sono certo migliorate: orari di lavoro massacranti, inquinamento devastante, condizioni sociali spaventose, povertà che non ha certo allentato la morsa sulle popolazioni che quindi sono ben lontane dal raggiungimento del benessere. La Decrescita è un pensiero filosofico, politico, sociale ed economico che in definitiva mira a una diminuzione intenzionale, selettiva e controllata della produzione di beni e consumi, finalizzata al raggiungimento di un equilibrio nelle relazioni tra uomo e natura e nei rapporti tra gli esseri umani. Naturalmente, quest’obiettivo è perseguibile solamente cambiando radicalmente il modo di pensare, di vivere, di fare politica ed economia. Certo non è poco e non è facile, ma come recita una famosa citazione di K. Boulding “Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista”. In italia esiste il Movimento per la Decrescita Felice fondato da Maurizio Pallante, sul sito troverete maggiori informazioni sulla Decrescita MDF

sabato 2 marzo 2013

Bokashi


Il bokashi non è un metodo di compostaggio, ma qualcosa di profondamente diverso, a partire dagli elementi che agiscono nella trasformazione della sostanza organica. Il compostaggio è un processo aerobico che sfrutta i processi di ossidazione degli scarti tramite organismi che proliferano in presenza di ossigeno. Il bokashi è una tecnica orientale che avviene in assenza (o quasi) di ossigeno, in altre parole è un processo anaerobico, una vera e propria fermentazione della sostanza organica. Il compostaggio ci restituisce un prodotto finito che può essere utilizzato direttamente sui terreni o nei vasi, il bokashi produce della materia digerita dal processo di fermentazione che ha delle caratteristiche fisiche e chimiche che non consentono l’utilizzo diretto come ammendante o concime. Infatti, il prodotto fermentato è acido e molto ricco in azoto e deve essere seppellito per completare il processo di trasformazione. Solitamente ci vuole una settimana di maturazione nel terreno, per avere un prodotto stabile che può essere mischiato alla terra dell'orto o al terriccio dei vasi. Il processo di fermentazione è svolto da una serie di microorganismi tra i quali il lactobacillus serum e alcuni lieviti, pur essendo un processo naturale con componenti naturali, la particolare miscela di microorganismi è un po’ complessa e si trova per lo più in vendita sui vari siti internet che trattano l’argomento, però è possibile realizzare in casa la preziosa miscela attivante, anche se non è proprio facilissimo (in uno dei prossimo post metterò la traduzione da un documento in inglese per la preparazione della miscela). Una volta ottenuto lo starter (comprato o autoprodotto) è necessario predisporre il contenitore; anche in questo caso su internet sono disponibili diversi modelli di fermentatore, si tratta in sintesi di un contenitore a tenuta con un cestello interno e un rubinetto alla base. Naturalmente, anche in questo caso il fai da te sostituisce egregiamente i prodotti commerciali. I rifiuti devono essere sminuzzati e inseriti nel cestello all’interno del contenitore poi vengono compattati e ricoperti dalla miscela attivante. Durante il processo, i rifiuti producono un liquido molto ricco in vitamine, amminoacidi e sali minerali che viene spillato attraverso il rubinetto e può essere utilizzato come concime diluito in acqua (1 tazza da te in 2-3 litri di acqua). Ogni volta che aggiungiamo gli scarti si deve spargere sopra la miscela di microorganismi. A differenza del compostaggio, un vantaggio non trascurabile del bokashi è che possiamo utilizzare tutti gli scarti di cucina, compresi oli, carni cotte, formaggi, bucce di agrumi, ecc. Un aspetto molto importante è la temperatura che deve essere compresa tra i 20 e i 35 gradi. Il bidone non deve essere esposto ai raggi solari e una volta riempito si deve lasciare chiuso a fermentare per 7-10 giorni. Se la temperatura è più vicina al limite inferiore del suddetto intervallo, lasceremo fermentare per 10-12 giorni, in estate è sufficiente una settimana. Durante questo periodo di fermentazione è necessario spillare, ogni due tre giorni, il liquido che si forma all'interno del contenitore. Una volta completato il processo, i rifiuti si saranno trasformati ed avranno un odore acidulo (tipo crauti), prendete il tutto, scavate una buca in giardino e versate all’interno il digestato. Alla fine ricoprite di terra e i microorganismi presenti nel terreno completeranno il lavoro. A questo punto il materiale può essere lasciato nel terreno come concime, oppure può essere dissotterrato e miscelato ad altra terra da utilizzare nelle varie coltivazioni. Per chi vuole fare il bokashi in appartamento, quest’ultima fase può essere realizzata mettendo il digestato all’interno di un grosso vaso con del terriccio e del compost che provvederanno ad operare le necessarie trasformazioni. Questa tecnica, una volta compresa, può diventare molto importante per tutti noi perché ci consente di ottenere un prodotto di alta qualità per il nostro orto/giardino o per i nostri vasi, ma soprattutto ci rende consapevoli che una piccola azione, fatta da una moltitudine di persone, diventa un potente strumento collettivo che evita la dispersione della sostanza organica, scongiura l’inquinamento delle falde con i percolati delle discariche, limita i costi per il conferimento in discarica ed infine elimina completamente il bisogno di utilizzare fertilizzanti chimici nei nostri terreni, restituendoci prodotti della terra sani, nutrienti e rigogliosi.

venerdì 22 febbraio 2013

Deodorante fai da te


Da tempo sono sotto accusa i componenti dei deodoranti industriali, in particolare è incriminato il cloridrato di alluminio (oltre ai parabeni e allo zirconio) che viene utilizzato nella maggior parte dei prodotti in commercio per le sue potenziali capacità di provocare tumori (in particolare quello al seno). Possiamo cominciare a valutare delle alternative naturali ai prodotti in commercio, guadagnandoci in termini economici e salute. L'allume di rocca è una sale di alluminio e potassio (KAl(SO4)2 · 12H2O) incolore e inodoreche veniva estratto anche in Italia in diversi siti. Attualmente, l'estrazione è diventata economicamente insostenibile e viene importato dai paesi asiatici. Il suo impiego è conosciuto fin dal medioevo per fissare le tinte sui capi e nella concia delle pelli. Nell'uso domestico l'allume di rocca viene utilizzato come blando emostatico, come antiodorante anallergico, per assorbire i cattivi odori nei frigoriferi, sembra avere un'azione repellente nei confronti delle zanzare e anche delle proprietà curative nei confronti dell'herpes labiale. In commercio si trova in supermercati e farmacie sotto forma di piccoli parallelepidi, stick o in polvere e il suo uso è molto semplice, basta inumidire il "mattoncino" o lo stick e passarlo sotto le ascelle, la sua azione antitraspirante e rinfrescante permette di neutralizzare i cattivi odori senza aggredire la delicata pelle dell'incavo ascellare.
Allume di rocca in stick
 Se il prodotto è in polvere, si può sciogliere in acqua e spruzzarlo con un vaporizzatore, ovviamente, se prediligiamo tale metodo, l'allume anche in forma di cristalli può essere polverizzato e sciolto in acqua. Alcuni tengono a precisare che anche l'allume di rocca contiene Alluminio (vedi formula sopra) e quindi se si devono evitare i prodotti con cloridrato di alluminio, si deve anche evitare l'allume di rocca. Il dibattito è molto aperto e i sostenitori dell'allume controbattono dicendo che la molecola che coinvolge l'alluminio nell'allume è più grande di quella presente nei deodoranti in commercio e quindi non penetra all'interno dei tessuti. In effetti, approfondendo l'argomento, l'allume non penetra all'interno dei tessuti, ma lascia una sottile patina di sali sulla pelle che crea un ambiente ostile alla formazione dei batteri che causano il cattivo odore, inoltre il suo uso come antiodorante sembra risalire a migliaia di anni fa  (in Egitto) e anche dalle nostre parti è stato usato per centinaia di anni come emostatico per i piccoli tagli senza che siano stati evidenziati effetti collaterali. Un altro vantaggio è che questo sale non provoca reazioni allergiche (tranne rari casi) e che ha un costo irrisorio (con un paio di euro si fa la scorta per due anni). Per una spiegazione tra la differenza tra il cloridrato  e l'allume vi rimando a questo link dove è riportato un articolo in inglese di Lenny Harris che è un giornalista e scrittore appassionato di salute naturale.

mercoledì 13 febbraio 2013

Detersivo per piatti ecologico


Abbiamo detto che la cenere che resta nel caminetto o nella stufa è un prodotto da utilizzare e non uno scarto. Un utilizzo abbastanza comune e ormai collaudato attraverso le numerose ricette che la rete ci offre è quello di realizzare un detersivo ecologico sgrassante per piatti. Vediamo come fare. La cenere, per prima cosa, deve essere di ottima qualità, ovvero derivata dalla bruciatura di solo legna (evitare cenere presa dalla combustione di carta, cartone, compensati, truciolati ecc.). Prendiamone una manciata e setacciamola con un colino a maglie molto fini. Possiamo raccoglierne un certo quantitativo (tanto non scade...) e poi utilizzarla di volta in volta. Una volta raccolta la cenere, riempiamo a metà un piccolo contenitore del volume che riteniamo necessario. A questo punto possiamo aggiungere dell'acqua tiepida e mescolare fino a raggiungere la consistenza di una pasta. Infine, prendiamo un limone e spremiamolo all'interno del contenitore, rimescoliamo il tutto e il nostro detersivo è pronto. Il prodotto ottenuto è uno sgrassante che unisce le proprietà abrasive e detergenti della cenere a quelle di profumazione e disinfettanti del limone, assorbe gli odori e pulisce benissimo le stoviglie. La cenere è un prodotto alcalino (pH>7) ricco di carbonato di potassio e sodio che gli conferiscono l'effetto pulente e sgrassante. L'effetto pulente si manifesta anche attraverso l'azione abrasiva delle particelle di cenere. Inoltre, riceveranno un beneficio anche i tubi di scarico del vostro impianto idraulico che saranno costantemente puliti dall'azione abrasiva della cenere evitando i problemi di intasamento che spesso i saponi industriali provocano. Per chi non vuole proprio rinunciare ai detersivi industriali si può aggiungere una goccia di detersivo per piatti, ma non è assolutamente necessario perché i piatti saranno pulitissimi. Provate...


     

lunedì 4 febbraio 2013

Riscaldamento ecologico - La stufa a legna


Riscaldare la casa con una stufa a legna è una ottima idea da diversi punti di vista. Innanzi tutto la qualità del calore prodotto è ben diversa da quelle delle pompe di calore o di altri sistemi di riscaldamento. La legna può essere comperata a poco prezzo, ma può anche essere autoprodotta con le potatura del giardino o del frutteto, può essere raccolta in campagna, dove spesso rappresenta un prodotto di scarto delle potature e viene accumulata per essere bruciata (basta chiedere il permesso al contadino e sarà felice di regalarvela). I modelli più evoluti di stufe sono delle vere e proprie caldaie che riscaldano l’acqua o l’aria per impianti di riscaldamento che servono l’intera abitazione. 

Quelli più semplici sono molto efficienti e hanno costi assolutamente accessibili, partendo da poche centinaia di euro, ovviamente si deve considerare un costo di installazione che però è spesso comune anche alle altre tipologie di impianto (pellet, gas, ecc.). La manutenzione è assolutamente elementare e non frequente, l’operazione più importante è la pulizia della canna fumaria che deve essere necessariamente eseguita ogni paio di anni per avere sempre performance ottimali del tiraggio della stufa. La legna, inoltre, è un prodotto a km 0, mentre il diretto concorrente, il pellet, viene sempre più frequentemente importato dai paesi dell’est con conseguenti costi ambientali non trascurabili.  Con la stufa a legna può essere sfruttata una forma basilare di “cogenerazione”, ovvero per riscaldare l’acqua o anche cucinare sul piattello riscaldante appositamente collocato sulla parte superiore della stufa. A chi obbietta che bruciando legna si producono fumi e ceneri e quindi si inquina, è facile ribattere che le emissioni prodotte dalla combustione della legna sono compensate da tutta la CO2 che la pianta ha assorbito durante il suo ciclo vitale e quindi il bilancio va in pareggio. Per quanto riguarda la cenere, non si può certamente considerare un rifiuto e gli utilizzi di questo “sottoprodotto” sono molteplici: in minima parte si può compostare, la cenere di legna essendo molto ricca di potassio arricchisce il compost. Setacciando la cenere e miscelandola con succo di limone e acqua calda si ottiene un ottimo sgrassante per le stoviglie. Infine, sempre setacciando la cenere e portandola ad ebollizione si ricava la lisciva, uno sbiancante e sgrassante naturale usato per centinaia di anni in tutto il mondo, utile sia per il lavaggio degli indumenti, sia diluito in acqua per pavimenti e superfici lavabili.
Certo, a fronte di tanti vantaggi, ci sono alcuni non trascurabili difetti che consistono nella necessità di uno spazio per lo stoccaggio della legna, la difficoltà di accensione se non siete pratici, l’alimentazione è solitamente manuale e questo per alcuni può essere un fastidio, inoltre bisogna considerare la necessità di adoperare un prodotto non umido e che quindi sarebbe meglio raccogliere nel periodo estivo in modo che in inverno si ritrovi con caratteristiche di umidità ottimali. In definitiva però i vantaggi fanno pendere la bilancia in favore della stufa a legna, soprattutto dal punto di vista ecologico e finanziario, e non è poco…

mercoledì 30 gennaio 2013

Chicken tractor - Arca mobile



La gestione dell’orto e del frutteto possono essere molto semplificati usando semplici accorgimenti e tecniche. Sfruttando la naturale propensione delle galline a nutrirsi di erba fresca e a rivoltare costantemente il terreno alla ricerca di insetti e lombrichi si può costruire un pollaio mobile (con poca spesa o con materiali di recupero) da spostare periodicamente una volta che le galline hanno diserbato e concimato abbondantemente il terreno interessato. Questa pratica ha diversi vantaggi: la salute del pollame è preservata dal fatto che si nutrono di foraggio fresco, il terreno viene strutturato,  arricchito in azoto e costantemente lavorato (almeno superficialmente), senza contare che il pollame esegue un lavoro che per noi comporta fatica e tempo.
Inoltre, si evita l’aratura, che contrariamente a quanto si pensa comunemente, distrugge la struttura dei suoli, rendendo il terreno così fine da agevolarne il dilavamento ad opera delle piogge e del vento. Senza contare che arando si uccidono gli organismi ed i microrganismi che fino a quel momento trasformavano la sostanza organica in humus, arricchendo il terreno e nutrendo le colture presenti.

sabato 26 gennaio 2013

La fitoalimurgia


Per fitoalimurgia si intende la conoscenza dell'uso delle piante selvatiche dedicate al consumo alimentare. Questa pratica si sviluppa in diverse fasi: dalla raccolta, al consumo fino alla conservazione della pianta. La fitoalimurgia ha accompagnato l'uomo fin dalla sua comparsa sulla terra; prima di essere dei cacciatori o degli agricoltori per sfamarci abbiamo imparato a riconoscere e raccogliere le piante o i frutti che potevano soddisfare il primordiale istinto della fame. Certamente, acquisire questa conoscenza avrà fatto molte vittime, ma adesso siamo ragionevolmente sicuri di saper riconoscere una pianta commestibile da una che può nuocere alla nostra salute. In tempo di guerra è stata un'importante fonte di sostentamento e per i ceti meno abbienti è stata una primaria risorsa primaria. Riconoscere cicoria, bietola, finocchietto, costolina e quant'altro è alla portata di tutti, basta seguire dei corsi di fitoalimurgia o più semplicemente, per i più fortunati, seguire i consigli delle nonne che tramandono le loro preziose conoscenze. Sconsiglio vivamente di avventurarsi a raccogliere verdure avvalendosi esclusivamente di libri e pubblicazioni, ci sono piante che possono essere veramente dannose per l'uomo (se non letali) e un buon corso di fitoalimurgia con escursioni dedicate al riconoscimento sul campo e alla raccolta, riescono a fugare tutti i dubbi che l'esclusiva lettura di un libro non potrà mai risolvere.
Cichorium intybus - Cicoria


Amsterdam: una città a misura di ape

Il declino inesorabile delle popolazioni di insetti a livello mondiale viene ormai considerato il prodromo di una vera e propria estinzione...