giovedì 2 febbraio 2017

Sa paradura un'usanza sarda che ci infonde speranza

Di luoghi comuni sui sardi, si sa, ce ne sono tanti: orgogliosi, testardi, selvatici, silenziosi, permalosi e tanti tanti altri. Quanto siano fondati e quanto sia solo frutto di pregiudizio è questione difficile da dirimere, una cosa però mette d’accordo tutti: la grande e indubitabile generosità di questo popolo. Tante sono le lezioni di vita e civiltà che sono venute dalla Sardegna e questa è una delle più belle ed attuali. Un gruppo di pastori sardi ha deciso di inviare un migliaio di capi ovini ai loro colleghi della zona di Cascia che stanno perdendo i loro animali a causa del freddo e della neve e soprattutto a causa dello stato italiano che non ha impedito questa mattanza di bestiame inviando le più volte promesse stalle provvisorie. D'altra parte, cosa aspettarsi da uno stato che lascia le persone al freddo e al gelo a sei mesi dal terremoto e che per consegnare 25 casette in legno (quando ce ne vorrebbero centinaia) organizza una riffa di paese. Se già i diritti delle persone sono calpestati e vilipesi, pretendere che lo stato si prenda cura degli animali è pura illusione! Viviamo purtroppo in una realtà distopica, ma in questi frangenti così difficili ci sono però segnali che scaldano il cuore, come la suddetta iniziativa di questi pastori, un atto di mutualità che in lingua sarda è chiamata sa paradura.

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