giovedì 20 febbraio 2014

La grande truffa dei detersivi


Da sessanta anni l'industria chimica tenta di raggiungere la missione impossibile del bianco perfetto. Ogni nuovo spot ci propone la soluzione definitiva per il bucato ideale, sembra la ricerca del Santo Graal o la scoperta della pietra filosofale, una continua rincorsa a suon di spot commerciali che ci spingono ad acquistare l'ultimo prodotto con proprietà e virtù miracolose. Ci hanno raggirato per tutto questo tempo? La verità è che la natura, la migliore industria chimica esistente, ci fornisce già da tempo la formula magica per ottenere risultati eccezionali sul nostro bucato. Lo avevano scoperto le nostre nonne, impiegando per lavare i panni sostanze semplici e quasi innocue per l'ambiente rese assolutamente accessibili dalla primordiale industria chimica (soda, potassa, calce viva, sapone) oppure, prendendo quelle disponibili in natura (cenere, limone, aceto). 



giovedì 13 febbraio 2014

Lombrichi: un inaspettato aiuto per l'umanità


A volte la soluzione di problemi molto complessi viene inaspettatamente da operazioni molto semplici e poco costose, ad esempio per far fronte a diverse problematiche nel campo dell'inquinamento ambientale sembra che i lombrichi abbiano un notevole potenziale e che possano fornire un contributo notevole con costi bassissimi e risultati assai rilevanti.  Certo questi animaletti hanno doti inaspettate, ma chi poteva pensare che arrivassero ad essere una delle più promettenti soluzioni al fenomeno dell'inquinamento! Per di più sembra che i lombrichi abbiano un uso molteplice nei diversi settori industriali e farmaceutici e costituiscano molto più che una promessa in campo medico.
 Charles Darwin era certamente fiducioso, visto che in numerose occasioni aveva elogiato pubblicamente il lavoro inesausto di questi piccole creature, arrivando a dedicargli anche la sua ultima opera (The formation of vegetable mould through the action of worms, 1881). Ancora prima dello scienziato inglese, aveva tessuto le lodi dei lombrichi il filosofo Aristotele che li definì "l'intestino della terra", lasciando intendere come questi esserini, tutt'altro che spregevoli, riescano con il loro lavoro nascosto a trasformare una vasta gamma di sostanze organiche in fertilissimo humus. Quindi i presupposti c'erano, ma sinceramente non si potevano prevedere gli innumerevoli risvolti positivi che sono emersi dai lavori del prof. Rajiv K. Sinha della Griffith University di Brisbane (Australia). Le ricerche del prof Sinha hanno evidenziato che i lombrichi possono rappresentare una soluzione conveniente ed efficace a numerosi problemi di natura ambientale, sociale ed economica. Questi anellidi gestiscono la trasformazione della sostanza organica da più di 600 milioni di anni e gli scienziati conoscono perfettamente il ruolo di primaria importanza che queste creature hanno nella gestione dei rifiuti organici e nell'aumento della fertilità dei terreni, ma alcune recenti scoperte sul loro impatto nel trattamento delle acque fognarie e industriali, sui suoli contaminati e, inaspettatamente, anche in campo medico e industriale, hanno rinnovato la spinta allo studio di questi animali.

lunedì 10 febbraio 2014

compost vs vermicompost






Ai lombrichi Charles Darwin ha dedicato un intero libro in cui li nobilita tra i fattori di maggiore importanza per la creazione e lo sviluppo dei suoli. Alla fine del XVII secolo Vincenzo Tanara, bolognese, principe degli agronomi, segnalava la loro importanza come indicatori di fertilità dei suoli coltivati. I lombrichi risultano quindi essere gli organismi del suolo più largamente usati come bioindicatori. La presenza dei lombrichi in un terreno è indice di fertilità e salute del sottosuolo quindi il vermi-compost, prodotto da lombrichi con caratteristiche diverse dai lombrichi di terra, come il più convenzionale compost, fornisce molti benefici al suolo; tra questi: l'aumento della capacità di trattenere l'umidità, di trattenere meglio i nutrienti, di strutturare il suolo, una migliore attività microbiologica.

martedì 4 febbraio 2014

Compostaggio a scuola


Si possono trovare diverse motivazioni per intraprendere la pratica del compostaggio a scuola, tutte valide e tutte molto interessanti per lo studente e per il formatore: l'alto valore sociale di questa pratica, le esigue risorse necessarie per intraprendere il progetto, il coinvolgimento di numerose branche scientifiche (biologia, fisica, chimica, matematica, ecc),  la possibilità della sperimentazione diretta, le tempistiche (che possono anche essere di sole due settimane in funzione del tipo di compostaggio eseguito). Indipendentemente dall'indirizzo scolastico è possibile trovare punti di contatto con tutte le materie scientifiche, tecniche e umanistiche. Oltre allo sviluppo di un necessario senso civico, questa pratica sviluppa la capacità di comprendere e gestire processi che, se affrontati in modo squisitamente didattico, possono risultare ostici e di difficile comprensione agli studenti. Pensiamo, ad esempio, agli innumerevoli processi chimici, fisici e biologici che si susseguono in un processo di trasformazione della materia organica, il compostaggio offre l'occasione di osservare da vicino queste modalità di trasformazione, di monitorarne l'evoluzione, di osservarne gli effetti, di verificare le possibili alternative. Le migliaia di quesiti che possono sorgere in un'attività del genere trovano risposta nella pratica e nella sperimentazione diretta. Dal punto di vista educativo un progetto sul compostaggio aiuta a sensibilizzare le nuove generazioni alla responsabilizzazione sociale, alla cura del territorio, alla cooperazione e alla gestione di fasi e processi di una certa complessità. Se certamente è ovvio il collegamento tra le materie scientifiche e il compostaggio, non risulta immediata la connessione tra materie umanistiche e quelle tecniche, eppure basta pensare al ciclo chiuso delle antiche fattorie dove ogni scarto diventava una risorsa, oppure ai diversi risvolti sociali che questa pratica comporta, per intraprendere interessanti percorsi pedagogici nel campo delle scienze sociali. Dal punto di vista tecnico esistono innumerevoli items da esplorare: il monitoraggio dei parametri del compostaggio (temperatura, umidità, ecc.), ad esempio, è uno degli aspetti più importanti di questa pratica e gli istituti tecnici troverebbero diversi spunti per progetti che sfruttino l'elettronica o l'elettromeccanica per monitorare e gestire tali parametri. Gli argomenti da trattare sono tanti e variegati, per stimolare la fantasia di professori e studenti pubblicheremo una serie di post dedicati alle attività di compostaggio in classe con dettagliate spiegazioni scientifiche che saranno verificate e approfondite dagli stessi studenti. Buon compostaggio a tutti...

Amsterdam: una città a misura di ape

Il declino inesorabile delle popolazioni di insetti a livello mondiale viene ormai considerato il prodromo di una vera e propria estinzione...