mercoledì 20 gennaio 2016

Alla ricerca del magnesio perduto

Il magnesio è indispensabile per numerose attività enzimatiche, infatti è implicato nei meccanismi di regolazione di 300 complessi enzimatici diversi, inoltre è importante per il mantenimento dell'equilibrio elettrolitico ed è di fondamentale importanza per la normale funzione neuromuscolare. I sintomi più comuni da deficit di magnesio sono: affaticamento, debolezza, tremori, confusione mentale, irritabilità, insonnia, disturbi cardiaci, disturbi della conduzione nervosa e della contrazione muscolare, diabete tipo 2, crampi e minor resistenza allo stress. Bassi livelli di magnesio aumentano la predisposizione dell'organismo verso malattie come cardiopatie, ipertensione arteriosa, calcoli renali e depressione.

Il fabbisogno giornaliero per un adulto sano è compreso tra i 200 e i 320 mg mentre l'assunzione raccomandata dalla Commission of the European Communities è compresa tra i 150 e i 500 mg/giorno.
Il problema della carenza di magnesio (tra gli altri minerali e vitamine) coinvolge tantissime persone nel mondo occidentale. La carenza di questo fondamentale elemento è dovuta a diversi fattori.
Uno di questi, forse il più sottovalutato, è l’impoverimento del suolo dovuto al sovra sfruttamento dei terreni agricoli che, unitamente alle moderne tecniche di allevamento, causano bassi depositi di questo elemento. Il magnesio presente nel terreno deriva sia dai minerali contenuti nell’originaria roccia madre sia dalla decomposizione della sostanza organica e dalla sua mineralizzazione. Generalmente, è contenuto in composti altamente solubili che vengono facilmente assimilati dalle piante, ma altrettanto facilmente vengono allontanati tramite erosione e dilavamento. Dato che le attuali tecniche industriali di coltivazione tendono ad azzerare la sostanza organica e a favorire dilavamento ed erosione, il magnesio risulta essere molto inferiore a quello che potenzialmente il suolo potrebbe fornire. Se aggiungiamo che i cicli di coltivazione sono continui e che il terreno non viene lasciato riposare, ci rendiamo conto che dai prodotti agricoli industriali possiamo ricavare ben poco magnesio. Inoltre, spesso la sua carenza di è dovuta ad errate concimazioni, infatti il magnesio è antagonista del potassio e un eccesso di quest’ultimo limita lo spazio per il magnesio, con il risultato che avremo un terreno molto ricco di potassio ma comunque scarso in magnesio. Per questo è importante che la verdura e la frutta che consumiamo, non solo sia biologica, ma è necessario anche sapere da dove viene e che tecniche di coltivazione vengono utilizzate per produrla. Risulta ovvio che la cosa migliore è l’autoproduzione, coltivare il proprio orto (anche un orto di comunità) e la propria frutta è la soluzione per ottenere dei prodotti sani e nutrienti.
Altro elemento è l’elevato consumo di zucchero raffinato nella nostra dieta giornaliera. Per ogni molecola di zucchero che consumiamo, il nostro corpo utilizza 54 molecole di magnesio per elaborarlo. Paradossalmente, più assumiamo zucchero, più ci stanchiamo, il che sembrerebbe impossibile visto che da sempre allo zucchero è associata una qualche forma di energia immediatamente disponibile.
I Cibi raffinati/trattati sono privati del loro contenuto minerale, delle vitamine, e del contenuto di fibre. Si tratta di alimenti che invece di fornire energia la assorbono perché in realtà sequestrano il magnesio per essere metabolizzati. Quando consumiamo questi cibi, il nostro corpo deve di integrare il magnesio o siamo destinati ad crollare a causa della carenza grave di magnesio e altri minerali.
Lo stress è il male dei nostri tempi e in questo caso la definizione è più che calzante: la produzione di ormoni dello stress richiede alti livelli di magnesio e le esperienze stressanti portano all’esaurimento dei depositi di questo elemento. Quindi possiamo comprendere la stanchezza che ci coglie quando subiamo una giornata stressante, magari fisicamente non abbiamo fatto niente, ma a fine giornata siamo completamente distrutti.
Il magnesio è consumato anche da molti farmaci come i contraccettivi orali, antibiotici, cortisonici, prednisone e farmaci per la pressione del sangue. Inoltre, il caffè e il tè aumentano il drenaggio del magnesio, favorendone l’escrezione.
 Il magnesio partecipa, abbiamo detto, a numerosissime attività del nostro corpo, il che lo rende indispensabile per stare in buona salute. Ma dove si può trovare il magnesio?
Gli integratori di magnesio causano spesso spiacevoli conseguenze intestinali, e l'uso del magnesio transdermico presenta alcuni svantaggi non trascurabili (variabilità tra i soggetti legati alle caratteristiche peculiari della pelle e a suoi stati patologici, irritazioni, ecc.). Un consiglio? Cercate le fonti alimentari naturalmente ricche di magnesio, ovviamente molto meglio se queste fonti le ottenete dal vostro orto; non è difficile se pensate che il magnesio è abbondante nella clorofilla, quindi, nelle piante a foglia verde e larga se ne trova sempre una grande quantità: bietole, piselli, spinaci, broccoli, cavolfiori, cavoli ma anche rape, patate e pomodori. Una porzione di 100 grammi di spinaci mangiati crudi in insalata forniscono circa 79 mg di magnesio altamente biodisponibile. Grandi quantità di magnesio si trovano nei legumi, nei cereali integrali e nella frutta secca. Se i cereali sono raffinati perdono più dell’80% del magnesio. Tra la frutta un ottimo dosaggio si trova nelle banane, arance, fragole, ciliegie, lamponi, more, uva, ananas, avocado, fichi e melone. Carne, latte e derivati sono fonti secondarie e trascurabili di magnesio, quindi si può affermare che una dieta ricca in vegetali e cereali integrali darà un apporto maggiore di magnesio rispetto alle diete ricche in carne e formaggi. Un’ultima buona, anzi ottima notizia è che il cioccolato (fondente) è ricchissimo in magnesio, fate voi…

sabato 9 gennaio 2016

Zai: una via di fuga dalla desertificazione

Realizzazione di una griglia di Zai. Fonte Farming Africa
Ci sono posti sul nostro pianeta che definire inospitali è poco, posti dove far crescere un filo d’erba nel terreno rappresenta un’impresa epica degna di celebrazioni e onori. Roba da far impallidire anche il protagonista del romanzo di Andy Weir (The martian) che, abbandonato dai suoi colleghi su Marte, riesce a sopravvivere aguzzando al massimo l’ingegno, riuscendo a far crescere le patate dove era impossibile crescessero. L’uomo è una specie indubbiamente invasiva e distruttiva, ma ha il pregio che nelle difficoltà riesce sempre a trovare una via di uscita, anche in situazioni tragiche. Chissà come si sono sentiti gli antichi  abitanti del Sahel, una regione occidentale del Burkina Faso, quando si sono ritrovati a coltivare lande bruciate dal sole, battute da rarissime e comunque violente e distruttive piogge, caratterizzate da suoli aridi e incrostati, inadatte ad ospitare la vita vegetale. Eppure, anche in questo caso, l’ingegno e la caparbietà umana hanno avuto la meglio sul degrado e sulla devastazione. Gli uomini del Sahel hanno cominciato ad utilizzare quello che avevano a disposizione (pietre, legni, fascine) per migliorare le condizioni colturali, costruendo strutture atte a trattenere l’umidità oppure a condensarla dall’aria, ma è stato quando non c’era assolutamente niente a disposizione attorno a loro, quando l’unico elemento che avevano era il suolo reso durissimo dai crostoni salini, è stato in quel frangente che hanno avuto un’idea rivoluzionaria, semplice ed efficacissima: lo ZAI.

Amsterdam: una città a misura di ape

Il declino inesorabile delle popolazioni di insetti a livello mondiale viene ormai considerato il prodromo di una vera e propria estinzione...