sabato 20 giugno 2015

Ecocucina: il dado fatto in casa

I piccoli gesti quotidiani sono importantissimi, sono quelli che compiamo quasi meccanicamente, mentre pensiamo ad altro e sui quali nemmeno ci sfiora il dubbio che possano determinare guasti o problemi. Sono quelli che ci portano a buttare con noncuranza una carta per terra mentre passeggiamo con gli amici o a sprecare quello che resta del nostro cibo dopo i pranzi familiari. Ma sono gesti molto importanti perché sono comuni a tutti e quindi una piccola azione individuale negativa o positiva può diventare un atto mostruoso e devastante o un virtuoso gesto collettivo. In particolare, le azioni consuete e ripetitive che eseguiamo in cucina possono diventare uno spartiacque tra spreco e recupero e purtroppo, in genere, a prevalere è la prima opzione; i dati che vengono diffusi dagli istituti di ricerca ci indicano una situazione sconfortante: buttiamo via circa il 35% del cibo che acquistiamo! Una quantità enorme se consideriamo che la maggior parte di quello che gettiamo è ancora edibile. Dobbiamo ricordarci che tutto quello che avanza in cucina può essere riutilizzato, sia il cibo cucinato sia il crudo, ma anche gli scarti possono e devono essere riutilizzati: bucce, radici, baccelli, gambi, foglie possono essere cucinati tramite fantasiose ricette che la nuova frontiera della eco cucina ci suggerisce, oppure possono essere conservati in congelatore, fino a quando non raggiungiamo una quantità sufficiente per fare un ottimo e sano dado vegetale di scarti di verdure. Il dado vegetale è uno degli ingredienti maggiormente usati in cucina, quando acquistate quello industriale, generalmente comprate anche del glutammato di sodio, degli estratti di lieviti industriali, coloranti, conservanti vari, tutta roba non propriamente salutare (ah credo che ci sia pure una minima parte di estratti di verdure). Ma il dado vegetale è già nelle nostre cucine, aleggia tra il frigo e la dispensa, solo che dobbiamo evitare di farlo finire nelle pattumiere. Il dado si può fare con tutti i resti vegetali, ci sono molte ricette, ma in realtà, seguendo una pura aspirazione di autosufficienza ecologista, si fa con quello che abbiamo a disposizione: foglie, bucce, gambi, baccelli, ecc. Quindi la ricetta è estremamente variabile e può assumere connotati quasi alchimistici, però nel 99% dei casi il dado verrà più buono di quelli comprati e nel 110% dei casi sarà più sano di quello industriale, fatto da una multinazionale che tra la vostra salute e il proprio fatturato non abbiate nessun dubbio sceglierà il secondo!

Io l’ho fatto così:
1 cipolla
1 spicchio di aglio
Prezzemolo
Erba cipollina
Timo
Basilico
Foglie di sedano avanzate
Una quindicina di fagiolini 
Una quindicina di piselli (intendo interi con tutto il baccello)
Una carota
Una zucchina
Scarti pelati di carota zucchine e melanzane
Parti buone recuperate da pomodoro andato a male



Tutta la verdura e spezie dovranno pesare in totale 750 grammi, questo per rispettare la proporzione tra verdure e sale che deve essere 3/4 di verdure con 1/4 di sale.
Ovviamente, potete variare la ricetta quanto volete, lo potete fare anche solamente di bucce provenienti dalla pelatura di melanzane, zucchine, carote, ecc.; dovete, però,  sempre rispettare le proporzioni con il sale, perché oltre a dare la giusta consistenza al dado ne garantisce la conservazione. A proposito, il dado in freezer si conserva per sei mesi, ma state certi che finirà molto prima.
Tornando alla preparazione, ho tagliato a pezzi grossolani tutta la verdure, ho messo un paio di cucchiai di olio di oliva in una pentola a fondo spesso e ho introdotto tutte le verdure. Ho lasciato cuocere per una decina di minuti senza aggiungere acqua. Al termine dei 10 minuti ho aggiunto il sale, mescolato per bene, ho coperto la pentola con un coperchio ed ho lasciato cuocere il tutto a fuoco basso per una quarantina di minuti. A questo punto, ho preso il frullatore ad immersione e ho frullato tutto finemente. Ho rimesso sul fuoco per altri 10 minuti fino a quando ho visto che il composto non era più acquoso, ma aveva la consistenza di una crema molto densa.

A questo punto ho preso una teglia e ho rivestito il fondo di carta alluminio (anche la carta forno va bene) e ci ho spalmato sopra il composto che nel frattempo si era un po’ raffreddato. Ho lasciato raffreddare e consolidare il tutto per un paio d’ore. Lo spessore del composto spalmato sulla teglia deve essere compreso tra 1 e 2 cm, non andare su spessori minori o maggiori. Nel primo caso, quando tenteremo di tagliare il composto in quadrati per fare il dado, si romperà molto facilmente. Nel secondo caso avremo uno spessore troppo grande che rallenterà l’asciugatura. Una volta raffreddato, con un coltello ho ricavato delle strisce larghe un paio di centimetri sia longitudinalmente, sia trasversalmente, con il risultato di produrre delle piastrelle quadrate di 2 cm di lato (il nostro dado). Ho messo la teglia in freezer per una notte e il giorno dopo ho separato tutti i quadretti. Ho messo i quadretti dentro un contenitore di plastica con sopra riportata la data di produzione e ho conservato in freezer. A proposito i dadi, pur stando in freezer non congeleranno mai perché il sale glielo impedirà, quindi saranno sempre pronti all’uso. Buon appetito! 

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