I
piccoli gesti quotidiani sono importantissimi, sono quelli che compiamo quasi
meccanicamente, mentre pensiamo ad altro e sui quali nemmeno ci sfiora il
dubbio che possano determinare guasti o problemi. Sono quelli che ci portano a
buttare con noncuranza una carta per terra mentre passeggiamo con gli amici o a
sprecare quello che resta del nostro cibo dopo i pranzi familiari. Ma sono gesti
molto importanti perché sono comuni a tutti e quindi una piccola azione
individuale negativa o positiva può diventare un atto mostruoso e devastante o
un virtuoso gesto collettivo. In particolare, le azioni consuete e ripetitive
che eseguiamo in cucina possono diventare uno spartiacque tra spreco e recupero
e purtroppo, in genere, a prevalere è la prima opzione; i dati che vengono
diffusi dagli istituti di ricerca ci indicano una situazione sconfortante:
buttiamo via circa il 35% del cibo che acquistiamo! Una quantità enorme se
consideriamo che la maggior parte di quello che gettiamo è ancora edibile. Dobbiamo
ricordarci che tutto quello che avanza in cucina può essere riutilizzato, sia
il cibo cucinato sia il crudo, ma anche gli scarti possono e devono essere
riutilizzati: bucce, radici, baccelli, gambi, foglie possono essere cucinati
tramite fantasiose ricette che la nuova frontiera della eco cucina ci suggerisce,
oppure possono essere conservati in congelatore, fino a quando non raggiungiamo
una quantità sufficiente per fare un ottimo e sano dado vegetale di scarti di
verdure. Il dado vegetale è uno degli ingredienti maggiormente usati in cucina,
quando acquistate quello industriale, generalmente comprate anche del
glutammato di sodio, degli estratti di lieviti industriali, coloranti,
conservanti vari, tutta roba non propriamente salutare (ah credo che ci sia
pure una minima parte di estratti di verdure). Ma il dado vegetale è già nelle
nostre cucine, aleggia tra il frigo e la dispensa, solo che dobbiamo evitare di
farlo finire nelle pattumiere. Il dado si può fare con tutti i resti vegetali,
ci sono molte ricette, ma in realtà, seguendo una pura aspirazione di
autosufficienza ecologista, si fa con quello che abbiamo a disposizione: foglie,
bucce, gambi, baccelli, ecc. Quindi la ricetta è estremamente variabile e può
assumere connotati quasi alchimistici, però nel 99% dei casi il dado verrà più
buono di quelli comprati e nel 110% dei casi sarà più sano di quello
industriale, fatto da una multinazionale che tra la vostra salute e il proprio
fatturato non abbiate nessun dubbio sceglierà il secondo!
Io
l’ho fatto così:
1 cipolla
1 spicchio di aglio
Prezzemolo
Erba cipollina
Timo
Basilico
Foglie di sedano
avanzate
Una quindicina di
fagiolini
Una quindicina di
piselli (intendo interi con tutto il baccello)
Una carota
Una zucchina
Scarti pelati di carota
zucchine e melanzane
Parti buone recuperate
da pomodoro andato a male
Tutta la verdura e spezie dovranno pesare
in totale 750 grammi, questo per rispettare la proporzione tra verdure e sale
che deve essere 3/4 di verdure con 1/4 di sale.
Ovviamente, potete variare la ricetta
quanto volete, lo potete fare anche solamente di bucce provenienti dalla
pelatura di melanzane, zucchine, carote, ecc.; dovete, però, sempre rispettare le proporzioni con il sale, perché
oltre a dare la giusta consistenza al dado ne garantisce la conservazione. A
proposito, il dado in freezer si conserva per sei mesi, ma state certi che finirà
molto prima.
Tornando alla preparazione, ho tagliato a
pezzi grossolani tutta la verdure, ho messo un paio di cucchiai di olio di
oliva in una pentola a fondo spesso e ho introdotto tutte le verdure. Ho
lasciato cuocere per una decina di minuti senza aggiungere acqua. Al termine
dei 10 minuti ho aggiunto il sale, mescolato per bene, ho coperto la pentola
con un coperchio ed ho lasciato cuocere il tutto a fuoco basso per una
quarantina di minuti. A questo punto, ho preso il frullatore ad immersione e ho
frullato tutto finemente. Ho rimesso sul fuoco per altri 10 minuti fino a
quando ho visto che il composto non era più acquoso, ma aveva la consistenza di
una crema molto densa.
A questo punto ho preso una teglia e ho
rivestito il fondo di carta alluminio (anche la carta forno va bene) e ci ho
spalmato sopra il composto che nel frattempo si era un po’ raffreddato. Ho
lasciato raffreddare e consolidare il tutto per un paio d’ore. Lo spessore del
composto spalmato sulla teglia deve essere compreso tra 1 e 2 cm, non andare su
spessori minori o maggiori. Nel primo caso, quando tenteremo di tagliare il
composto in quadrati per fare il dado, si romperà molto facilmente. Nel secondo
caso avremo uno spessore troppo grande che rallenterà l’asciugatura. Una volta
raffreddato, con un coltello ho ricavato delle strisce larghe un paio di
centimetri sia longitudinalmente, sia trasversalmente, con il risultato di produrre
delle piastrelle quadrate di 2 cm di lato (il nostro dado). Ho messo la teglia
in freezer per una notte e il giorno dopo ho separato tutti i quadretti. Ho
messo i quadretti dentro un contenitore di plastica con sopra riportata la data
di produzione e ho conservato in freezer. A proposito i dadi, pur stando in
freezer non congeleranno mai perché il sale glielo impedirà, quindi saranno
sempre pronti all’uso. Buon appetito!
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