sabato 26 gennaio 2013

La fitoalimurgia


Per fitoalimurgia si intende la conoscenza dell'uso delle piante selvatiche dedicate al consumo alimentare. Questa pratica si sviluppa in diverse fasi: dalla raccolta, al consumo fino alla conservazione della pianta. La fitoalimurgia ha accompagnato l'uomo fin dalla sua comparsa sulla terra; prima di essere dei cacciatori o degli agricoltori per sfamarci abbiamo imparato a riconoscere e raccogliere le piante o i frutti che potevano soddisfare il primordiale istinto della fame. Certamente, acquisire questa conoscenza avrà fatto molte vittime, ma adesso siamo ragionevolmente sicuri di saper riconoscere una pianta commestibile da una che può nuocere alla nostra salute. In tempo di guerra è stata un'importante fonte di sostentamento e per i ceti meno abbienti è stata una primaria risorsa primaria. Riconoscere cicoria, bietola, finocchietto, costolina e quant'altro è alla portata di tutti, basta seguire dei corsi di fitoalimurgia o più semplicemente, per i più fortunati, seguire i consigli delle nonne che tramandono le loro preziose conoscenze. Sconsiglio vivamente di avventurarsi a raccogliere verdure avvalendosi esclusivamente di libri e pubblicazioni, ci sono piante che possono essere veramente dannose per l'uomo (se non letali) e un buon corso di fitoalimurgia con escursioni dedicate al riconoscimento sul campo e alla raccolta, riescono a fugare tutti i dubbi che l'esclusiva lettura di un libro non potrà mai risolvere.
Cichorium intybus - Cicoria


La raccolta delle verdure, oltre a farci stare all'aria aperta in contesti salutari, ci regala una fonte di vitamine, sali minerali, proteine e fibre gratuitamente e arricchisce la nostra dieta, spesso povera di questi elementi.
Le piante spontanee per usi alimentari si calcola che sul nostro pianeta siano circa 20.000, ma quelle entrate a far parte della nostra dieta sono solamente 3.000, quindi c'è ancora tanto da scoprire e da mangiare. Il tipo di alimentazione che adottiamo è un fattore culturale e di condizionamento che ci spingono spesso a rifiutare o ad ignorare quello che la natura ci mette a disposizione, basta un piccolo sforzo per entrare in una dimensione più ricca e naturale con sapori da dolci ad amari, da piccanti a delicati, con la possibilità di imbandire le nostre tavole dall'antipasto al dolce, esclusivamente con quello che raccogliamo nelle nostre campagne.
Le piante commestibili si possono raccogliere in tutti i periodi dell'anno, quelle erbacee sono concentrate, ovviamente, nel periodo invernale e primaverile, ma anche l'estate e l'autunno offrono tante opportunità di raccolta.
Dal punto di vista scientifico le conoscenze fitoalimurgiche rendono, inoltre, possibile l'individuazione e la conservazione dell'enorme potenziale genetico (germoplasma) delle specie spontanee. In tempi in cui le grandi multinazionali tendono a selezionare artificialmente solo poche cultivar merceologicamente produttive ed imposte dalla strategia di mercato, la salvaguardia di tale patrimonio assume un ruolo di estrema importanza. 

Nessun commento:

Posta un commento

Amsterdam: una città a misura di ape

Il declino inesorabile delle popolazioni di insetti a livello mondiale viene ormai considerato il prodromo di una vera e propria estinzione...