Quante
volte sui libri di storia abbiamo letto lodi indiscusse sui benefici
dei sistemi fognari, secondo tutti i testi l'invenzione della fogna
avrebbe liberato l'uomo da una pletora di malattie e consentito la
civilizzazione del genere umano. Bene, è ora di fare un po' di
revisionismo storico e non solo confutare quanto scritto sugli
autorevoli testi ma affermare l'esatto contrario. Ebbene si, la fogna
quel buco nero che ci libera da tutte quelle sostanze che ci hanno
insegnato fin da piccoli essere brutte, sporche e cattive,
rappresenta una delle invenzioni più deleterie per il nostro
pianeta. Cominciamo dall'inizio, il soggetto malefico che ha condotto
l'umanità ad inventare le fogne: i nostri escrementi. Anche nella
quotidianità familiare, quando i nostri figli toccano qualcosa di
sporco usiamo apostrofarli con la fatidica frase: "non toccare!
È cacca!". Siamo d'accordo, toccarla è forse un po' esagerato,
ma diluirla in enormi volumi di acqua (che da quel momento diventa
inservibile), trasportarla per chilometri e chilometri, utilizzare
quantitativi spaventosi di energia per depurare i liquami, ottenere
da questa depurazione delle acque, comunque inquinate, che appestano
in modo continuo i mari di tutto il mondo, togliere sostanze
nutrienti all'agricoltura per sostituirle con fertilizzanti chimici,
non è forse immensamente stupido?
Il nostro bagno è altamente
energivoro, forse è “l'elettrodomestico” che consuma di più,
non è solo lo scarico dell'acqua, provate a pensare a quanta energia
è necessaria ad estrarre l'acqua dal sottosuolo, renderla potabile,
portarla a casa di tutti noi, sollevarla fino al nostro piano. Poi,
dopo aver raccolto i nostri scarti, l'acqua, ormai compromessa, non
finisce di assorbire energia: passa attraverso stazioni di
sollevamento, arriva ai depuratori dove viene trattata con tecniche
che impiegano elevate quantità di energia e infine arriva al mare o
al fiume. È finita qui? Purtroppo no, per ovviare ai guasti
apportati alle falde idriche, ai fiumi e al mare in termini di
inquinamento si devono impiegare risorse energetiche ed economiche immani: scavare pozzi
di approvvigionamento più profondi (perché quelli superficiali sono
inquinati), utilizzare tecniche di messa in sicurezza e di bonifica
costosissime che incidono sulla collettività in modo enorme in
termini di tasse e consumi, depurare le acque dall'inquinamento organico che
noi stessi causiamo.
Per
4000 anni gli escrementi umani sono stati considerati una merce di
grande valore in oriente. Grazie all'utilizzo nei campi come
fertilizzanti, gran parte del continente asiatico è riuscito nel
duplice scopo di non inquinare le riserve idriche e di provvedere
alla nutrizione di milioni di persone. Il commercio era talmente
fiorente che i primi esploratori europei rimanevano interdetti e
quasi inorriditi da tale compravendita ma, soprattutto, dal fatto che le
persone si arricchivano vendendo escrementi umani. Nel frattempo in
Europa le fogne mietevano centinaia di migliaia di vittime. I sistemi
dell'epoca rappresentavano un netta involuzione dei sistemi romani
(molto efficienti), spesso erano a cielo aperto e senza alcuna gestione
comune e hanno di certo contribuito alla diffusione delle devastanti epidemie
che hanno falcidiato la popolazione europea in quell'epoca.
Paradossalmente, l'invenzione dell'acquedotto per portare acqua
pulita nelle case ha favorito la nascita dei sistemi fognari come li
conosciamo adesso. Avere a disposizione l'acqua corrente significava
avere un ottimo mezzo di trasporto (l'acqua) per allontanare le
deiezioni che, fino ad allora, erano trasportate con carri che
certamente dovevano avere, usando un eufemismo, “un odore
caratteristico”. Così, diluendo gli escrementi nell'acqua
diventava molto facile liberarsene; il problema era che diluendo il
tutto nell'acqua si perdeva il potere di concimazione delle
deiezioni, quindi improvvisamente, quello che fino ad allora era
stata una risorsa diventò un rifiuto. Non potendo più utilizzare i
liquami prodotti, si penso di convogliarli nei naturali recettori
delle acque: fiumi, laghi e ovviamente il mare. Il risultato è sotto
gli occhi di tutti: inquinamento organico ed eutrofizzazione sono la
normalità per i nostri corsi d'acqua e le acque costiere. Per
non parlare delle falde acquifere che sono sempre più inquinate sia
dagli scarichi umani sia dall'errata gestione degli allevamenti
animali. E che dire del sistema agricolo, dove per mantenere la
fertilità dei terreni a livelli accettabili, utilizziamo milioni di
tonnellate di fertilizzanti chimici ogni anno. Esiste un'alternativa?
Questa è l'unica soluzione possibile per la gestione dei nostri
scarichi?
In realtà c'è stato un momento storico in cui
l'alternativa sembrava a portata di mano, nella seconda metà del
diciannovesimo secolo Charles Liernur brevettò il sistema fognario
sottovuoto che utilizzava l'aria come mezzo di trasporto. Questo
consentiva di avere diversi vantaggi: non diluire le deiezioni con
acqua, utilizzare tubazioni più piccole, minimizzare gli scavi
stradali, possibilità di superare le contro pendenze (entro certi
limiti), evitare i cattivi odori, minori costi di manutenzione. A
fronte di questi vantaggi il metodo Liernur (che per la cronaca è
quello che utilizzano sulle navi, sui treni e anche sullo Shuttle)
presentava una complessità tecnica maggiore rispetto al sistema
tradizionale, la necessità di trovare una soluzione per le altre
acque di scarico (docce, lavabi, ecc.), la limitazione sul trasporto
a distanze maggiori di 3-4 km. Ovviamente, però, la complessità
tecnica del 19° secolo, attualmente, non rappresenta più un
problema e l'installazione di un sistema fognario sottovuoto non solo
è auspicabile dal punto di vista della gestione delle acque, ma è
anche molto conveniente dal punto di vista economico (circa due volte
più conveniente di un sistema tradizionale). D'altra parte, l'acqua,
rappresenta sempre più un bene prezioso e alcuni paesi stanno
incominciando a capire che un'alternativa alle fogne a gravità è
necessaria e non più rinviabile. In particolare i paesi arabi hanno
cominciato a realizzare impianti sottovuoto anche su costruzioni
modernissime (ad. Es i circuiti di F1 di Abu Dhabi e Shangai sono
serviti da questo sistema) oltre che in numerosi impianti
industriali, ma in Germania, Inghilterra, Francia, Olanda e Austria
si trovano reti di questo tipo già dagli anni 70. In Austria si
trova l'impianto più grande d'Europa, a Gerasdorf, vicino Vienna).
Assodato
che l'alternativa esiste, che non è così costosa come si pensa, che
è efficiente, funzionale, di facile gestione ecc., è ora di
affrontare il problema spinoso del materiale trasportato: che si fa
di tutta questa montagna di m.... che siamo riusciti a tenere
separata dall'acqua con incommensurabili benefici per l'ambiente, per
le nostre tasche e financo per la nostra salute? Non vorrai per caso
usarlo come fertilizzante? Dopo che ci siamo liberati dalla
trasmissione di malattie attraverso le colture alimentari
fertilizzate con feci e urina, dopo che ci siamo affrancati da tutte
quelle malattie gastro-intestinali, dal colera, dal tifo e da
qualche altra decina di affezioni terribili, non ritorneremo al
passato? La risposta ce la fornisce la natura, quello che è uno
scarto di un animale diventa nutrimento per altri animali. Le
sostanze organiche vengono degradate in forme più semplici e
direttamente assimilabili da forme di vita meno complesse. Il
compostaggio degli escrementi, soprattutto il compostaggio caldo,
consente di trasformare il rifiuto organico in ammendante inerte e
senza patogeni. Se alla natura uniamo la tecnologia possiamo
trasformare un pericoloso agente patogeno in terriccio, possiamo
estrarre persino energia da questo processo (biogas), rendendo
ulteriormente conveniente questa trasformazione. È stato ampiamente
dimostrato che le deiezioni trattate convenientemente (compostaggio,
fermentazione anaerobica, lombricompostaggio) non costituiscono alcun
pericolo per la salute umana e diventano nuovamente una risorsa da
utilizzare. Poi, proprio per essere scrupolosi, possiamo decidere di utilizzare questo compost solo dove non c'è contatto diretto tra cibo e fertilizzante (alberi da frutta), oppure per le piante da fiore, e per tutte le piante di cui non ci nutriamo. Possiamo utilizzarlo per ricoprire le discariche, per le aiuole stradali, per rinverdimento dei versanti, o per altri mille utilizzi.
Non ci resta molto tempo per cambiare, stiamo consumando tutto il possibile a velocità stratosferica: acqua, suolo, aria, flora e fauna. La nostra salvezza passa soprattutto attraverso la riscoperta della natura e della sua incommensurabile forza. Se riusciremo a recuperare il rispetto per madre natura, se capiremo che la terra non ha risorse infinite e che dobbiamo preservarla il più possibile, forse una debole speranza rimarrà accesa, altrimenti continueremo la nostra inesorabile corsa verso l'autodistruzione.
Grazie a Kris De Decker per aver ispirato questo post. Troverete un bellissimo ed esaustivo articolo al seguente link di low tech magazine
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