Il
bokashi non è un metodo di compostaggio, ma qualcosa di profondamente diverso,
a partire dagli elementi che agiscono nella trasformazione della sostanza
organica. Il compostaggio è un processo aerobico che sfrutta i processi di
ossidazione degli scarti tramite organismi che proliferano in
presenza di ossigeno. Il bokashi è una tecnica orientale che avviene in assenza
(o quasi) di ossigeno, in altre parole è un processo anaerobico, una vera e
propria fermentazione della sostanza organica. Il compostaggio ci restituisce
un prodotto finito che può essere utilizzato direttamente sui terreni o nei
vasi, il bokashi produce della materia digerita dal processo di fermentazione
che ha delle caratteristiche fisiche e chimiche che non consentono l’utilizzo
diretto come ammendante o concime. Infatti, il prodotto fermentato è acido e molto
ricco in azoto e deve essere seppellito per completare il processo di
trasformazione. Solitamente ci vuole una settimana di maturazione nel terreno, per avere un prodotto
stabile che può essere mischiato alla terra dell'orto o al terriccio dei vasi. Il
processo di fermentazione è svolto da una serie di microorganismi tra i quali
il lactobacillus serum e alcuni lieviti, pur essendo un processo naturale con
componenti naturali, la particolare miscela di microorganismi è un po’ complessa
e si trova per lo più in vendita sui vari siti internet che trattano l’argomento,
però è possibile realizzare in casa la preziosa miscela attivante, anche se non
è proprio facilissimo (in uno dei prossimo post metterò la traduzione da un
documento in inglese per la preparazione della miscela). Una volta ottenuto lo
starter (comprato o autoprodotto) è necessario predisporre il contenitore;
anche in questo caso su internet sono disponibili diversi modelli di
fermentatore, si tratta in sintesi di un contenitore a tenuta con un cestello
interno e un rubinetto alla base. Naturalmente, anche in questo caso il fai da te sostituisce egregiamente i prodotti commerciali. I rifiuti devono essere sminuzzati e inseriti
nel cestello all’interno del contenitore poi vengono compattati e ricoperti
dalla miscela attivante. Durante il processo, i rifiuti producono un liquido molto
ricco in vitamine, amminoacidi e sali minerali che viene spillato attraverso il
rubinetto e può essere utilizzato come concime diluito in acqua (1 tazza da te
in 2-3 litri di acqua). Ogni volta che aggiungiamo gli scarti si deve spargere
sopra la miscela di microorganismi. A differenza del compostaggio, un vantaggio
non trascurabile del bokashi è che possiamo utilizzare tutti gli scarti di
cucina, compresi oli, carni cotte, formaggi, bucce di agrumi, ecc. Un aspetto
molto importante è la temperatura che deve essere compresa tra i 20 e i 35
gradi. Il bidone non deve essere esposto ai raggi solari e una volta riempito
si deve lasciare chiuso a fermentare per 7-10 giorni. Se la temperatura è più
vicina al limite inferiore del suddetto intervallo, lasceremo fermentare per
10-12 giorni, in estate è sufficiente una settimana. Durante questo periodo di
fermentazione è necessario spillare, ogni due tre giorni, il liquido che si forma all'interno del contenitore. Una volta completato il processo, i rifiuti si saranno trasformati
ed avranno un odore acidulo (tipo crauti), prendete il tutto, scavate una buca
in giardino e versate all’interno il digestato. Alla fine ricoprite di terra e i microorganismi presenti nel
terreno completeranno il lavoro. A questo punto il materiale può essere
lasciato nel terreno come concime, oppure può essere dissotterrato e miscelato
ad altra terra da utilizzare nelle varie coltivazioni. Per chi vuole fare il
bokashi in appartamento, quest’ultima fase può essere realizzata mettendo il
digestato all’interno di un grosso vaso con del terriccio e del compost che
provvederanno ad operare le necessarie trasformazioni. Questa tecnica, una
volta compresa, può diventare molto importante per tutti noi perché ci consente
di ottenere un prodotto di alta qualità per il nostro orto/giardino o per i
nostri vasi, ma soprattutto ci rende consapevoli che una piccola azione, fatta
da una moltitudine di persone, diventa un potente strumento collettivo che
evita la dispersione della sostanza organica, scongiura l’inquinamento delle
falde con i percolati delle discariche, limita i costi per il conferimento in
discarica ed infine elimina completamente il bisogno di utilizzare
fertilizzanti chimici nei nostri terreni, restituendoci prodotti della terra sani,
nutrienti e rigogliosi.
sabato 2 marzo 2013
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