Se
il concetto di compost è molto vicino alla permacultura, il compostaggio di
superficie aderisce ancora di più a questo modo di pensare. La differenza
sostanziale tra le due attività è che il compostaggio vede uno spazio specifico
dedicato a questa attività, sia esso una compostiera, un cumulo o un fosso. Il
compostaggio di superficie trasforma in loco i resti vegetali delle diverse
coltivazioni. La trasformazione in compost avviene direttamente nel primo
strato di terreno vegetale (5-10 cm) previa riduzione in frammenti più piccoli
come per le compostiere. Il materiale organico deve essere interrato a non più
di 5-10 cm e deve essere ben mescolato al terreno vegetale, evitando di creare
accumuli di materiale organico che potrebbero causare fenomeni di marcescenza.
In particolare bisogna fare attenzione nei terreni argillosi dove, per la
particolare struttura del litotipo argilloso (tendenzialmente poco permeabile),
l’accumulo di scarti provocherebbe, in assenza di ossigeno, la mancata
stabilizzazione dello scarto e una diminuzione della fertilità del suolo. Una
volta interrato il tutto si raccomanda di attendere il periodo di tempo
necessario alla completa trasformazione della sostanza interrata prima di
seminare o piantare qualcosa, tale tempistica è funzione del tipo di terreno e
delle temperature ambientali, tra l’altro durante la trasformazione si registra
la formazione di ammoniaca in forma gassosa che disperde azoto in forma non
assimilabile e che ostacola la crescita delle piante. Il principale vantaggio
di questa tecnica è che l’umificazione avviene direttamente nel suolo incorporando
quel complesso meccanismo biologico e fisico che permette ai terreni di
trasformare i rifiuti in nutrimento. Un secondo vantaggio da considerare è che
la natura lavora direttamente per noi con una diminuzione del lavoro (seppur
minimo) necessario al compostaggio, il materiale rimane in situ senza
spostamenti in compostiere o cumuli. Qualora decidessimo di utilizzare questa
tecnica dobbiamo ricordarci che nel compostaggio di superficie non si
raggiungono le temperature dei cumuli che provvedono all’igienizzazione del
compost, quindi è meglio evitare gli scarti problematici: parti di piante
malate, lettiere, ecc. In realtà, un aumento di temperatura si registra perché
con la decomposizione dei materiali organici il terreno si riscalda e
l’anidride carbonica prodotta favorisce la crescita delle piante. Dal punto di
vista estetico, però, il giardino appare trascurato e costellato di residui
vegetali e questo può rappresentare di sicuro un punto a sfavore. Per quanto
riguarda gli equilibri chimici, solitamente con questo metodo si ottengono alti
valori del rapporto C/N, quindi è necessaria l’aggiunta di concimi azotati.
Alcuni
confondono il compostaggio di superficie con la pacciamatura, la differenza è
semplice: nel primo caso distribuiamo del materiale da compostare direttamente
nel terreno quindi è finalizzato al suo nutrimento, mentre nel secondo lo scopo
è quello di proteggere il terreno sia dalle intemperie sia dalla crescita delle
infestanti.
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