lunedì 4 febbraio 2013

Riscaldamento ecologico - La stufa a legna


Riscaldare la casa con una stufa a legna è una ottima idea da diversi punti di vista. Innanzi tutto la qualità del calore prodotto è ben diversa da quelle delle pompe di calore o di altri sistemi di riscaldamento. La legna può essere comperata a poco prezzo, ma può anche essere autoprodotta con le potatura del giardino o del frutteto, può essere raccolta in campagna, dove spesso rappresenta un prodotto di scarto delle potature e viene accumulata per essere bruciata (basta chiedere il permesso al contadino e sarà felice di regalarvela). I modelli più evoluti di stufe sono delle vere e proprie caldaie che riscaldano l’acqua o l’aria per impianti di riscaldamento che servono l’intera abitazione. 

Quelli più semplici sono molto efficienti e hanno costi assolutamente accessibili, partendo da poche centinaia di euro, ovviamente si deve considerare un costo di installazione che però è spesso comune anche alle altre tipologie di impianto (pellet, gas, ecc.). La manutenzione è assolutamente elementare e non frequente, l’operazione più importante è la pulizia della canna fumaria che deve essere necessariamente eseguita ogni paio di anni per avere sempre performance ottimali del tiraggio della stufa. La legna, inoltre, è un prodotto a km 0, mentre il diretto concorrente, il pellet, viene sempre più frequentemente importato dai paesi dell’est con conseguenti costi ambientali non trascurabili.  Con la stufa a legna può essere sfruttata una forma basilare di “cogenerazione”, ovvero per riscaldare l’acqua o anche cucinare sul piattello riscaldante appositamente collocato sulla parte superiore della stufa. A chi obbietta che bruciando legna si producono fumi e ceneri e quindi si inquina, è facile ribattere che le emissioni prodotte dalla combustione della legna sono compensate da tutta la CO2 che la pianta ha assorbito durante il suo ciclo vitale e quindi il bilancio va in pareggio. Per quanto riguarda la cenere, non si può certamente considerare un rifiuto e gli utilizzi di questo “sottoprodotto” sono molteplici: in minima parte si può compostare, la cenere di legna essendo molto ricca di potassio arricchisce il compost. Setacciando la cenere e miscelandola con succo di limone e acqua calda si ottiene un ottimo sgrassante per le stoviglie. Infine, sempre setacciando la cenere e portandola ad ebollizione si ricava la lisciva, uno sbiancante e sgrassante naturale usato per centinaia di anni in tutto il mondo, utile sia per il lavaggio degli indumenti, sia diluito in acqua per pavimenti e superfici lavabili.
Certo, a fronte di tanti vantaggi, ci sono alcuni non trascurabili difetti che consistono nella necessità di uno spazio per lo stoccaggio della legna, la difficoltà di accensione se non siete pratici, l’alimentazione è solitamente manuale e questo per alcuni può essere un fastidio, inoltre bisogna considerare la necessità di adoperare un prodotto non umido e che quindi sarebbe meglio raccogliere nel periodo estivo in modo che in inverno si ritrovi con caratteristiche di umidità ottimali. In definitiva però i vantaggi fanno pendere la bilancia in favore della stufa a legna, soprattutto dal punto di vista ecologico e finanziario, e non è poco…

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