Riscaldare
la casa con una stufa a legna è una ottima idea da diversi punti di vista.
Innanzi tutto la qualità del calore prodotto è ben diversa da quelle delle
pompe di calore o di altri sistemi di riscaldamento. La legna può essere
comperata a poco prezzo, ma può anche essere autoprodotta con le potatura del
giardino o del frutteto, può essere raccolta in campagna, dove spesso
rappresenta un prodotto di scarto delle potature e viene accumulata per essere
bruciata (basta chiedere il permesso al contadino e sarà felice di
regalarvela). I modelli più evoluti di stufe sono delle vere e proprie caldaie
che riscaldano l’acqua o l’aria per impianti di riscaldamento che servono
l’intera abitazione.
Quelli
più semplici sono molto efficienti e hanno costi assolutamente accessibili,
partendo da poche centinaia di euro, ovviamente si deve considerare un costo di
installazione che però è spesso comune anche alle altre tipologie di impianto
(pellet, gas, ecc.). La manutenzione è assolutamente elementare e non
frequente, l’operazione più importante è la pulizia della canna fumaria che
deve essere necessariamente eseguita ogni paio di anni per avere sempre
performance ottimali del tiraggio della stufa. La legna, inoltre, è un prodotto
a km 0, mentre il diretto concorrente, il pellet, viene sempre più
frequentemente importato dai paesi dell’est con conseguenti costi ambientali
non trascurabili. Con la stufa a legna
può essere sfruttata una forma basilare di “cogenerazione”, ovvero per
riscaldare l’acqua o anche cucinare sul piattello riscaldante appositamente
collocato sulla parte superiore della stufa. A chi obbietta che bruciando legna
si producono fumi e ceneri e quindi si inquina, è facile ribattere che le
emissioni prodotte dalla combustione della legna sono compensate da tutta la CO2
che la pianta ha assorbito durante il suo ciclo vitale e quindi il bilancio va
in pareggio. Per quanto riguarda la cenere, non si può certamente considerare
un rifiuto e gli utilizzi di questo “sottoprodotto” sono molteplici: in minima
parte si può compostare, la cenere di legna essendo molto ricca di potassio
arricchisce il compost. Setacciando la cenere e miscelandola con succo di
limone e acqua calda si ottiene un ottimo sgrassante per le stoviglie. Infine,
sempre setacciando la cenere e portandola ad ebollizione si ricava la lisciva,
uno sbiancante e sgrassante naturale usato per centinaia di anni in tutto il
mondo, utile sia per il lavaggio degli indumenti, sia diluito in acqua per
pavimenti e superfici lavabili.
Certo,
a fronte di tanti vantaggi, ci sono alcuni non trascurabili difetti che
consistono nella necessità di uno spazio per lo stoccaggio della legna, la
difficoltà di accensione se non siete pratici, l’alimentazione è solitamente
manuale e questo per alcuni può essere un fastidio, inoltre bisogna considerare
la necessità di adoperare un prodotto non umido e che quindi sarebbe meglio raccogliere
nel periodo estivo in modo che in inverno si ritrovi con caratteristiche di
umidità ottimali. In definitiva però i vantaggi fanno pendere la bilancia in
favore della stufa a legna, soprattutto dal punto di vista ecologico e
finanziario, e non è poco…
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