Trasformare la sostanza organica che produciamo con gli scarti organici delle nostre cucine è possibile anche se non abbiamo un giardino. Utilizzando alcune tecniche particolari: vermicompostaggio, bokashi, garbage enzymes, compostaggio in vaso, ecc., possiamo ottenere il duplice vantaggio di evitare il conferimento in discarica dei rifiuti organici e di avere a disposizione un ammendante naturale molto efficace per la salute delle nostre piante. Il compostaggio in vaso è una tecnica semplice che non richiede sforzi economici, tranne quello dell'acquisto di un grosso vaso (meglio se in terracotta, ma anche in plastica) che fungerà da compostiera. Il vaso deve avere un'altezza non inferiore ai 50 cm e il fondo deve essere ricoperto da uno strato di ghiaia o pietrame di 5 cm di spessore. Sopra il ghiaietto si deve stendere uno strato di circa 10 cm di terra fertile, meglio se mista a compost fresco. Una buona alternativa è andare in un bosco e prelevare un po' di terriccio ricco in humus e microrganismi. A questo punto possiamo cominciare a inserire uno strato di scarti di cucina (circa 5 cm), realizzato questo strato lo ricopriamo accuratamente con il terriccio di sottobosco o con terreno vegetale (lo stesso materiale del primo strato) e innaffiamo in modo da conferire la giusta umidità. Il successivo strato (sempre 5 cm) sarà costituito da scarti ricchi in carbonio (foglie secche, paglia, rametti sminuzzati ricoprendolo sempre con terriccio e innaffiando al termine della stratificazione. Il ciclo ricomincia da capo: scarti verdi - terriccio - scarti marroni - terriccio, ricordandosi sempre di innaffiare una volta terminato il doppio strato scarti-terriccio.
Per assicurare la giusta quantità di ossigeno possiamo realizzare dei buchi che attraversano gli strati (con un bastone), oppure inserire (prima di riempire il vaso con gli scarti) dei tubi in plastica bucherellata del diametro di circa 2 cm. Inoltre, quando realizziamo la stratificazione dobbiamo evitare di compattarla in modo da assicurare sempre una certa quantità di ossigeno tra le particelle che favorirà il processo di compostaggio ed eviterà l'instaurarsi di processi anaerobici putrefattivi. Una volta esaurito lo spazio del vaso si può lasciare il tutto a maturare per il tempo necessario alla trasformazione e si ricomincia il ciclo con un altro contenitore. Quindi la soluzione ottimale è avere a disposizione due vasi da utilizzare in maniera alternata.
Sezione di un vaso per il compostaggio |
Per evitare insetti molesti è opportuno ricoprire il vaso con un sottovaso in plastica di dimensioni uguali o maggiori dell'apertura del vaso. Alla base del vaso si può mettere un contenitore ( o un normale sottovaso) che raccoglierà il liquido drenato internamente che possiamo utilizzare (diluito) come fertilizzante.
Se tutto è stato correttamente realizzato non si svilupperanno odori molesti e nel giro di quattro-sei mesi il compost sarà pronto.
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